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dall'inviato TIZIANO CARMELLINI BOLZANO — Chiari e scuri per la nuova Roma di Spalletti.

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In questa conca umidiccia nel cuore di Bolzano, dove il tedesco la fa da padrone e le formazioni vengono lette in due lingue (ma siamo in Italia o no!?) la squadra di Spalletti ha giocato la seconda amichevole «vera» della stagione. Dall'altra parte del campo i greci del Panathinaikos allenato dall'«amico» Malesani. Un gruppetto di tifosi giallorossi srolota uno striscione anti-Sensi (Rosella, ndr) e intona il «vecchio ritornello»: «Rosella Sensi bla bla bla...». Non basta la bella notizia del tesseramento di Curci e Bovo a stemperare gli animi dei tifosi che non vogliono una «Roma vassalla» del Palazzo. Per la cronaca finisce 2-1 per i giallorossi, partita decisa ai rigori dopo l'1-1 dei tempi regolamentari: ma conta poco. Nel riscaldamento si blocca Aquilani e il giovane giallorosso rovina i progetti di Spalletti che per la prima volta mette in campo quella che molto probabilmente sarà la Roma titolare della prossima stagione (tranne un paio di aggiustamenti). Il modulo è quello studiato e più volte ripassato in questo primo «stage» col prof. Spalletti a Castelrotto. Difesa rigorosamente a quattro con le due maglie titolari che hanno già trovato un padrone in via definitiva: Chivu e Kuffour. Le due zone esterne della retroguardia giallorossa sono affidate a Panucci e Cufrè: e anche qui, più o meno, nulla di nuovo. La cosa paradossale, a vedere questa prima Roma spallettiana, è che tutto il marasma giuridico, ricorsi, appelli e controricorsi vari, rischiano di essere stati prodotti dallo staff tecnico-giuridico giallorosso, per un giocatore che potrebbe non giocare: mai. Mexes in questo momento non partirebbe titolare. Qualche metro avanti alla difesa due centrocampisti centrali: sono De Rossi e il giovane Greco. In attacco il rombo offensivo con Totti che parte in linea ai due esterni (Cassano a sinistra e Mancini dal lato opposto), ma si sposta poi qualche metro indietro per aprire le giocate offensive dei suoi. Ariete centrale Montella con Nonda che scalpita in panchina. La partita conta poco, serve a Spalletti per modellare quella che sta diventando la Roma. Al fischio la Roma parte bene, la palla gira e la sensazione è che il gruppo s'intenda già fosse una formazione rodata: anche se dura poco. Spalletti in panchina smanaccia qua e la in cerca di conferme che però arrivano solo a tratti. I giallorossi hanno le gambe pesanti e ancora qualcuno non ha capito bene dove deve giocare. Cassano a fare l'esterno vero lì a sinistra non si trova granchè, Montella non azzecca mai il passo giusto e alla fine le cose migliori le fanno ancora una volta gli avversari. I greci di Malesani, al momento, sono più squadra e la Roma va spesso in affanno. Lì dietro Chivu e Kuffour dimostrano di essere, almeno in prospettiva, una gran coppia di centrali. A centrocampo De Rossi fatica ad alzar diga con un Greco molto meno consistente del previsto e la sola voglia di Totti, comunque ancora lontano anni luce da quello migliore, non basta. Il capitano ha una tifosa speciale sugli spalti: mamma Fiorella. Greci che passano al 36' dopo un fortuito rimpallo che mette Gekas in condizione di bucare il giovane Curci. Per il portierino giallorosso da segnalare un'uscita a vuoto e un grande intervento nel finale di primo tempo. Nella ripresa Spalletti cambia tutto. Fuori tre quarti della difesa, Taddei dà il cambio a Cassano sull'out sinistro e Nonda prende possesso dell'attacco. Va molto meglio, il congolese dà profondità alla manovra della Roma che sale, cresce e acciuffa il pari (inutile) con De Rossi: gran colpo di testa. Poi ancora cambi, dentro i giovani. La Roma porta via il primo trofeo della stagione, un coppone grande e grosso tutto giallo simil-oro: decidono il rigore di De Rossi e la parata di Curci. Fa 2-1 che strappa un sorriso a Spalletti: questo è un bel gruppo su cui lavorare.

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