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di MARCO GRASSI UN TOUR agli sgoccioli offre ancora lampi di spettacolo, e soprattutto ...

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Salvo poi ammettere che «Lance è imbattibile, non molla di un metro», anche se poi «non è ancora detto, il Tour finisce domenica», e a questo punto se non sapessimo che Ivan è un bravo ragazzo ce lo immagineremmo di notte a infilare spilloni in una bambolina voodoo del texano. Già, perché solo un qualsiasi malanno (o una caduta) potrebbe togliere di mezzo Lance, dato che se tecnicamente è vero che il Tour finisce domenica, è anche vero che spazio per attaccare non ce n'è più: non ce n'è oggi, nella Issoire-Le Puy en Velay (153 km mossi per un'altra bella fuga), né tantomeno nella crono di domani a Saint Etienne, figurarsi poi nella passerella finale sui Campi Elisi a Parigi. Tutto questo non toglie che Basso sia stato una volta di più davvero bravo. La salita che portava all'arrivo di Mende è durissima ma breve (solo 3 km), e quindi l'attacco del varesino, puntuale come da annunci della vigilia, non ha potuto giovarsi di un terreno particolarmente adatto. Ha scremato il gruppo, lasciando davanti tre colossi e mezzo (Ivan e Lance, e poi ovviamente Ullrich), ma a Basso è mancata la distanza, per poter seriamente impensierire Armstrong. Di buono c'è che Basso ha distanziato Rasmussen, terzo in classifica, e al 99% porta a casa un secondo posto dorato. La vittoria di tappa l'ha invece festeggiata il 32enne spagnolo Marcos Serrano, andato in fuga al km 39 con altri 9 (tra cui Pellizotti), a cui il gruppo ha lasciato molto spazio. Sull'ascesa finale Serrano è rimasto con Merckx e Vasseur, poi a un km dalla vetta li ha staccati. Con la Milano-Torino 2004 è il più bel successo della sua carriera.

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