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Il leader della classifica è rilassato «Voglio godermi questi ultimi giorni in maglia gialla per ricordarli bene» Allo spagnolo Pereiro in volata la tappa di ieri. Basso resta secondo

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Per salutare le montagne al confine con la Spagna, il Tour ha scelto una tappa coi passi storici a metà frazione, seguiti da 60 km di pianura. Si torna alla routine quotidiana, il meglio è alle spalle, e il traguardo di Pau (lontanissimo dalle salite vere) ha respinto gli ardimenti dei big per premiare invece alcuni ottimi uomini di seconda fascia. Cadel Evans è quello che ci ha creduto più di tutti, è partito al mattino con altri 10 e con un programma ben chiaro stampato nella mente: guadagnare posizioni in classifica, lui che era 11esimo a 12'57" da Armstrong. Affrontato con tranquillità il Col de Marie-Blanque (vetta a 110 dal traguardo), è stato sul successivo Aubisque (vetta a meno 72) che Evans ha inscenato il suo assolo, andandosene a sette km dalla vetta. Nel frattempo, nel gruppo era successo di tutto e di più. Ormai è probabile che i bookmaker di tutto il mondo non quotino più il protagonista del primo attacco vero, perché si tratta sempre dello stesso personaggio: Alexandre Vinokourov, che anche sul Marie-Blanque ha dato il via alla serie di scatti che hanno acceso la competizione. Al kazako hanno risposto gli italiani: Eddy Mazzoleni, in cerca di una fuga buona, e nientemeno che Ivan Basso, lestissimo ad accodarsi all'uomo Lampre e a rilanciare. Comunque non era cosa, troppa la strada davanti, e Lance («Voglio godermi questi ultimi giorni in maglia gialla, e conservare quanti più ricordi belli possibile») che non ha voluto concedere al varesino neanche un metro. Basso è stato ripreso, Mazzoleni invece se n'è andato un'altra volta, stavolta con Pereiro. E quelli di classifica hanno lasciato fare. In discesa, rientri e rientri sul drappello di Armstrong e Basso; sulle rampe dell'Aubisque, Mazzoleni e Pereiro si portavano sui resti del primo gruppo, frantumato dall'attacco di Evans. Il plotone era stato invece percorso da un fremito, ovvero dal possibile assalto dei T-Mobile. Gli uomini in bianco-fucsia si sono mossi a ondate. Prima (indovinate?) Vinokourov, che ha guadagnato quasi un minuto; poi Steinhauser, poi anche Klöden, con Sastre. Armstrong, sempre a guardare, in attesa dello scatto di Ullrich, che puntuale è avvenuto a una decina di km dalla cima. Ma il tedesco di Rostock («Ci ho provato, ma Lance è il sovrano di questo Tour. Tenterò ancora nei prossimi giorni») non ha la fucilata nelle gambe, e se pure la sua azione ha scremato il gruppo, non ha fatto troppo male ai rivali più vicini; e in ogni caso, in discesa i ritardatari sono poi rientrati. Davanti, avevamo lasciato Evans in vantaggio su tutti. Scendendo dall'Aubisque, Pereiro, Mazzoleni e Zandio sono tornati sull'australiano per volare verso il traguardo. Sarebbe stato sprint a quattro, con Mazzoleni, piuttosto veloce, che partiva da favorito. Ma i valori non potevano non essere influenzati dalle grandi fatiche affrontate, sia ieri che nei giorni precedenti. E così lo sprint ha visto Pereiro partire in testa e restarci fino all'urlo esaltato della vittoria, mentre Mazzoleni non riusciva praticamente a dispiegare la sua falcata, attardandosi alla ruota di un Evans che invece la volata non la disputava neanche. Mazzoleni si consola con il raggiungimento del dodicesimo posto in classifica. Oggi altro spazio per fughe, nella Pau-Revel (239,5 km vallonati, la tappa più lunga).

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