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Il Torino prepara il ricorso al Coni Nodo-fidejussione

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A Torino, negli uffici dell'avvocato Angelo Benessia, come a Roma, presso lo studio Hammonds e Rossotto, i professionisti del club studiano le carte da presentare alla Camera di conciliazione e arbitrato del Coni. I termini per fare ricorso al primo dei tre gradi di giudizio che possono restituire ai granata il massimo campionato — gli altri sono il Tar e il Consiglio di Stato — scadono infatti entro la mezzanotte di oggi. Di fronte all'organismo presieduto dal professor Pierluigi Ronzani, la strategia difensiva dei granata punta a dimostrare l'avvenuto ripianamento del deficit di bilancio e l'esistenza di un'intesa con l'Agenzia delle Entrate per la rateizzazione dei 36 milioni di euro del debito Irpef, i due elementi su cui Covisoc prima e Coavisoc poi hanno espresso le proprie perplessità. Per altro il Torino non ha rispettato per motivi indipendenti dalla sua volontà, visto che è parte lesa nell'indagine relativa alla fideiussione patacca che ha scatenato la vicenda. Attraverso le parole del presidente, Attilio Romero, la società continua a proclamarsi «serenamente fiduciosa» ed a portare avanti i contatti per trasformare le garanzie personali del patron Franco Cimminelli in una fideiussione bancaria o in una polizza assicurativa. Una nuova protesta dei tifosi potrebbe esserci già oggi, di fronte al Comune, dove un gruppo di ultras attenderà l'arrivo del sottosegretario allo Sport, Mario Pescante, per ribadirgli il loro «no alle Olimpiadi se il Toro non sarà in A». Intanto, domani l'avvocato Pierluigi Marengo depositerà per conto del presidente dell'Associazione Piccola Industria di Torino, Sergio Rodda, la richiesta di ammissione al Lodo Petrucci.

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