I politici interessati
e le sentenze infinite
Difficile intuire se ne possa vivere di peggiori, all'avvio della stagione che ci terrà per mano fino ai Mondiali di Germania. Si cominciano ad avere dubbi anche sulle certezze più radicate: come il significato del termine «perentorio», che dovrebbe rappresentare, nella volontà dei controllori della regolarità calcistica, una sorta di diktat senza appello. Ma quando i termini «perentori», appunto, vengono tenacemente disattesi, allora intervengono le forze incontrollabili capaci di conferire al disastro già in atto contorni da tragedia greca. Si va dai cavilli giuridici alle sommosse popolari, dai tribunali amministrativi alle interferenze dei politici attenti alle loro zone di influenza elettorale. E così il calcio professionistico, già fin troppo affollato rischia di dilatarsi ulteriormente, aggiungendo debiti a debiti, fallimenti a fallimenti, bancarotte e bancarotte, con la ciliegina di qualche arresto, magari domiciliare, e di non poche citazioni davanti alla giustizia ordinaria. Dopo il Consiglio Federale di ieri, logicamente obbligato a prendere atto dei pareri vincolanti degli organi di controllo amministrativi, il cammino verso un Ferragosto indicato come termine, perentorio naturalmente, per la compilazione dei calendari, si fa impervio. Si è anche sussurrato, ultima bestemmia, di un'ipotesi di serie A a 21 squadre, come 20 fossero poche, e magari di una B nuovamente a ventiquattro formazioni come nella stagione del caso Catania. Prima che tutti i termini di giudizio, sportivi e non, si siano esauriti, riusciremo finalmente a capire chi si salverà e chi cadrà ma soprattutto chi trarrà vantaggio dalle altrui disgrazie? Si va dal Bologna, largamente sponsorizzato, al Treviso e magari all'Ascoli, sconfitto nei playoff e addirittura sesto nella classifica di serie B. Scendendo di categoria, facile prevedere sorrisi per il Napoli e anche per la formichina Pescara, specialista, appunto, in ripescaggi, come suggerisce il nome stesso della squadra abruzzese. Escono di scena il Torino e il Messina, rischia una penalità il Chievo per un bilancio contestato di due anni fa: questo per restare a una serie A che il suo organico deve ancora delineare, anche perché incombono inchieste, non soltanto sportive, sui presunti illeciti. Ma, caso Genoa a parte, si continua a parlare di scommesse e di coinvolgimenti di giocatori, per intercettazioni telefoniche che rimandano alle trame criminali di Capannelle (inteso come Turi Pandolfini) e soci. Ci vorrebbero tempi brevi, sperando non si prenda esempio dal Tas, che rende angosciosa l'attesa della Roma, ormai prossima al via di stagione senza una identità.