Oggi la Figc ufficializzerà le esclusioni delle società bocciate in primo grado
Lineadura
Oggi il consiglio federale in programma a via Allegri ufficializzerà le esclusioni delle quattro squadre di A e B bocciate in primo grado da Covisoc e confermate ieri dalla Coavisoc. La commissione d'appello ha lavorato duro anche dopo le 19, orario in cui avrebbe dovuto presentare in Federcalcio il parere scritto, definito «tecnico e vincolante», in base al quale il consiglio Figc di renderà noti i nomi delle squadre non ammesse ai rispettivi campionati. Poi il verdetto negativo, non ci saranno sconti per nessuno anche perché sarebbe molto difficile avallare salvataggi dell'ultima ora. Chi lo spiega poi alle società che hanno rispettato i parametri per l'iscrizione ai campionati che c'è stato il semaforo verde per qualcuno che in ogni caso è arrivato in ritardo? E poi sempre meglio lasciare la patata bollente in mano al Coni, alla Camera di Conciliazione, che nelle prossime ore vedrà sui suoi tavoli i probabili ricorsi delle escluse. Salve solo Treviso, Teramo, Latina e Lumezzane, che dovevano solo adempiere degli obblighi formali. Torino, Perugia, Salernitana e Spal sono da considerare già fuori, Reggiana e Venezia sono fallite, tira aria di tempesta per le altre. Qualche piccolo dubbio resta soltanto per il Messina che ha raggiunto l'accordo con l'Erario e spera che venga accettato. La sensazione di bocciatura, lascia però aperta la porta all'appello, soprattutto alla terza sezione del Tar del Lazio che potrebbe alla fine dare ragione al presidente Franza e rimandare in B il Bologna, sicuro del ripescaggio. A quel punto c'è anche l'ipotesi che nessuno per ora vuole prendere in considerazione di una massima serie a 21 squadre, un vero problema nell'anno dei Mondiali con poche date per allungare un torneo che già si presenta troppo ricco di impegni infrasettimanali. E la stesso iter potrebbe anche seguire il Torino ora che è diventato una società con i conti a posto dopo la fidejussione personale di Cimminelli. Il taglio più netto riguarderà la serie C e infatti si è già scatenata la corsa ai ripescaggi, perchè la D vuole che vengano tutelati i propri diritti. Una ventina di club di terza serie sono ad alto rischio e la Coavisoc non può far altro che certificare questa situazione di crisi. Tremano Foggia, Gela, Spezia, Vis Pesaro, Imolese, Como, Rosetana, Cavese ed altre che solo oggi conosceranno il loro destino. E l'ipotesi del presidente Macalli di tagliare un girone senza ricorrere ai ripescaggi non sarà presa in considerazione: «Se mi chiedono se sia giusto diminuire il numero delle squadre del nostro settore direi no. Non ripescherei nessuno, per insegnare alla gente che si vince sul campo, e non facendo i corvacci. Ci vorrebbe il rispetto della gente e dei presidenti». Intanto se dovessero fallire tutti i tentativi di far rimanere il Perugia nel calcio che conta e la società fosse costretta a ripartire dall'Eccellenza sarebbero gli stessi tifosi ad iscriverla. I gruppi storici della curva hanno incontrato il sindaco Renato Locchi, dicendosi «rincuorati e fiduciosi» dalle assicurazioni che «il calcio professionistico non scomparirà da questa città». E per ripartire dalla C1 c'è un candidato eccellente: il perugino Ravanelli pronto a mettersi dietro ad una scrivania per far tornare a splendere il calcio della sua città. A Torino, invece, non sono rassegnati e minacciano di ottenere giustizia al Tar: «Il Torino è in possesso dei requisiti sportivi e patrimoniali per essere iscritto al campionato di Serie A. Non dimentichiamo che il Torino, dopo aver conquistato sul campo il diritto a partecipare alla Serie A, ha raggiunto con l'Agenzia delle Entrate l'intesa per definire la propria esposizione debitoria, tra l'altro in cinque anni, e non in 23, come accaduto per altre società», ha spiegato il presidente Romero. Ma la Coavisoc non si è fatta intenerire e ha usato la tolleranza zero imposta dagli stessi dirigenti del calcio quando a marzo avevano votato le nuove regole durante l'assemblea di Lega. Oggi un altro capitolo prima degli inevitabili ricorsi aspet