CARNAGO — Nessuno avrebbe scommesso in un'accoglienza calorosa, ma forse nemmeno Christian Vieri si aspettava ...
Tra le centinaia di tifosi accorsi ieri al primo giorno di ritiro del Milan aleggia ancora qualche sospetto verso uno dei giocatori più odiati dalla curva rossonera. Agli applausi di tanti si sono mescolati fischi e pure qualche insulto. E lui, alla sua prima apparizione con la maglia del Milan, ha scelto il basso profilo. Sembrava uno studente al suo primo giorno di scuola, davanti ai fotografi. Rigido, le mani incollate dietro la schiena, solo qualche sorriso per i flash. Nella sfilata dei nuovi acquisti del Milan i cori sono tutti per il capitano, Paolo Maldini. Dall'altra parte della cancellata, dove si aggrappano i tifosi, solo un piccolo striscione per l'ex nerazzurro: «Vieri 32», in caratteri rossi e neri. In sala stampa non sveste i panni dello studente: dimostra di aver imparato bene la lezione. Ha studiato il copione, Bobo, e lo recita come la tabellina del 7, talvolta biascicando. «Sono contento di essere al Milan, una grande squadra». «Sono a completa disposizione del mister, mi impiegherà quando vuole, in Champions o in Campionato, io ci sono». «Il Milan è una squadra con una organizzazione perfetta». Poi in un lampo di sincerità: «Spero di vincere qualcosa... finalmente». È impacciato Vieri, non riesce a stare fermo sulla sedia, si frega le mani e a un certo punto confessa: «Sono emozionato, fa un certo effetto cambiare squadra». Proprio lui che in sette anni ne ha cambiate sei. Ma il distacco dall'Inter è stato di certo il più difficile. Ringrazia, atto dovuto, Moratti, la famiglia e la società nerazzurra, poi spiega la sua verità su un trasferimento tanto improvviso quanto inatteso: «È stata la società a chiedere al mio procuratore la recisione del contratto. Io non avevo chiesto nulla, ne garanzie per il prolungamento del contratto ne la recisione. Sono stato per una settimana senza squadra e vi assicuro che non è stato per niente bello, ma alla fine sono finito nel posto migliore dove potessi andare». Ma Vieri non vuole alimentare polemiche: sa che lascia una società amareggiata dal suo passaggio al Milan e sa anche che la tifoseria rossonera aspetta diffidente di vedere i primi risultati. Preferisce chiudere i rapporti pacifico. «Tra me e Mancini non c'è mai stato nessun problema».