Mozart sogna di vestire la maglia giallorossa
Pelizzoli in Calabria
Ma il centrocampista di Curitiba non ha le stimmate del genio musicale più famoso di tutti i tempi. Il suo calcio è fatto di geometrie e sagacia tattica, nessun arabesco tecnico e gol con il contagocce. Nessuno in Brasile, soltanto nove in quattro anni e mezzo di Italia. La Roma potrebbe individuare in lui quel ruolo mancante a centrocampo, se le verrà concessa dal Tas la sospensiva sul mercato in entrata. Un brasiliano tedesco, il mediano di lotta e di governo che le è mancato maledettamente in questa stagione. «Non posso negare che vedere accostato il mio nome a una società gloriosa e prestigiosa come la Roma è un grande onore. Nel mio Paese quella giallorossa è una delle squadre più seguite per la militanza di molti giocatori verdeoro del passato. Mi sento gratificato da questa possibilità, un riconoscimento ai sacrifici fatti per emergere. Ma dico anche che per ora resto un calciatore della Reggina. In questi ultimi giorni ho avuto modo di leggere molto sull'ipotesi di un mio eventuale trasferimento: restano illazioni e voci, non ci sono accordi di alcun tipo». L'avventura in una grande squadra, un passo obbligato per la maturazione di ogni calciatore. «Giocare nel campionato italiano per alcuni anni a ottimo livello mi ha fatto crescere come uomo e come calciatore. Qui puoi confrontarti con i migliori giocatori al mondo, acquisire esperienza in un torneo tra i più impegnativi d'Europa. Penso di essere pronto, a 26 anni, per spiccare il salto di qualità e di aver raggiunto l'età giusta per tentare di passare in piazze più grandi». A lui si è interessata anche la Juventus, che negli ultimi giorni sembra aver mollato la presa. Quella stessa Juve che è un po' nel suo destino, contro la quale esordì in serie A nel novembre di cinque anni fa. Quale che sia il suo futuro, Mozart vive con serenità le ultimi spiccioli di vacanze. «Mi sto godendo gli ultimi giorni di sole nel mio Brasile. Per ora non mi pongo problemi di sorta. Se non dovessero esserci novità sul mio futuro accetterò di buon grado di rimanere a Reggio Calabria». Nell'ottobre del 2000 approdò giovanissimo in Italia dal Flamengo dopo un'annata poco convincente. Dario Canovi fu tra i primi a dargli fiducia. «Alla Reggina e al presidente Lillo Foti sono molto grato. Hanno creduto in me quando ero poco più che una scommessa e credo di averli ripagati con l'impegno e l'attaccamento alla maglia amaranto, anche in serie B». Il pallone come filosofia di vita, anche Mozart non si sottrae a un pensiero di molti brasiliani. ìPer me, come per molti miei connazionali, il calcio è divertimento, non un lavoro vero e proprio, siamo dei privilegiati». Chiusura con un giudizio su due romanisti, uno del passato e uno del presente. «Emerson è semplicemente il numero uno nel suo ruolo, un esempio come calciatore e a livello umano. Mancini lo conosco per averlo affrontato quando eravamo ancora in Brasile, l'anno scorso ha disputato un campionato favoloso, poi non si è ripetuto per problemi personali». Già, Mancini: uno dei punti interrogativi del prossimo centrocampo di Spalletti. La società continua a muoversi sotto traccia per completare il reparto. Slittato per le incombenze in Lega Calcio a Milano, oggi a Trigoria ci sarà l'incontro decisivo tra Pradè e Stinà, agente di Francisco Lima. Le parti sono molto vicine e si può parlare di firma imminente. Per Pelizzoli c'è da registrare un riavvicinamento con la Reggina. Ora serve l'accordo tra le due società. Per il bergamasco è pronto un contratto quadriennale e nei primi giorni della prossima settimana si stringerà per chiudere.