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Settimana decisiva

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tra ripescaggi e carte bollate

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A Torino hanno festeggiato per sei giorni la promozione poi hanno scoperto di essere sull'orlo del fallimento con una fidejussione taroccata come accadde nel 2003 a Roma e Napoli. Servono almeno 15 milioni entro il 9 luglio per non sparire. E a Perugia stanno peggio, quasi certamente saranno costretti a ripartire dalla C1 con il «lodo Petrucci». A questo punto l'Empoli fa gli scongiuri perché tutte le altre formazione promosse rischiano di restare all'inferno quasi ci fosse un maleficio sul campionato cadetto. Ma il caos è generale perché il calcio anche stavolta si vuole regalare un'estate caldissima tra ricorsi e carte bollate. Senza dimenticare anche l'indagine della Procura di Roma sulla presunta corruzione di alcuni arbitri e quella ancora all'inizio sul giro di scommesse, un altro filone dell'inchiesta genovese, che ha già visto l'interrogatorio del doriano Flachi e che vedrebbe coinvolti altri calciatori di A. Poi c'è chi spera di rientrare dalla porta di servizio dopo aver fallito sul campo. Per primo il bolognese Gazzoni sogna il rispescaggio stavolta ai danni del Messina che non ha ancora formalizzato il proprio accordo con il Fisco. In «B» Treviso e Ascoli potrebbero ritrovarsi a giocare nella massima serie come finaliste dei playoff e sarebbe un giusto premio al sano calcio di provincia con pochi soldi e tante idee. Infine il Napoli che pretende un risarcimento dopo il fallimento dell'anno scorso. Insomma il pallone è sempre più sgonfio.

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