Il Toro rischia di perdere la «A»
Fideiussione falsa per garantire il debito fiscale, il club granata nei guai
Capace di conquistare la serie A e magari di perderla nello spazio di quindici giorni. Perché, questo è il fatto, i granata hanno debiti con l'Agenzia delle Entrate per quindici milioni (ma c'è chi dice che la cifra sia di almeno il doppio) e rischiano il fallimento. Non basta: secondo il procuratore aggiunto Bruno Tinti, la fideiussione della Compagnia Generali da oltre 18 milioni di euro che avrebbe dovuto garantire il debito della società granata con il fisco è falsa. Truffa aggravata, falso «ideologico» e materiale i reati addebitati al patron Francesco Cimminelli, al presidente Tilli Romero e al direttore amministrativo Carlo Paiuzza. Tutti e tre sono stati raggiunti da avviso di garanzia e hanno visto perquisite le proprie abitazioni, così come gli agenti della Finanza hanno fatto visita alla sede del Torino e alla Ergom, l'azienda del patron. Poi, ieri, interrogatori per tutti: tesi, ma anche certi di avere agito in perfetta buona fede. Se c'è qualcuno che è stato truffato, questo il succo, si tratta proprio del Torino Calcio. Da dimostrare, però. Ci hanno provato al Palazzo di Giustizia - Cimminelli, Romero e Paiuzza — per cinque ore: «Abbiamo chiarito la nostra posizione — ha dichiarato alla fine l'avvocato difensore del Torino, Carlo Mussa — ma ciò non toglie l'amarezza per uno dei tanti colpi di sfortuna che colpiscono il Torino quando alza la testa». Il legale del club ha poi aggiunto che la società si sarebbe attivata il più rapidamente possibile per tentare di mettersi in regola con l'iscrizione al campionato di Serie A. Nel frattempo, Cimminelli ha presentato una querela per truffa contro la persona (un broker, pare) che a metà giugno gli aveva procurato la fideiussione fasulla. Servirà a poco, però: quanto meno, non sarà sufficiente per far sì che i granata partecipino alla prossima serie A. Sono infatti tre, a questo punto, i possibili scenari. Il primo: Cimminelli versa, da solo ed entro il 13 luglio, quindici milioni di euro all'Agenzia delle Entrate (o trova il modo per attivare una fideiussione vera) e la squadra parteciperà così al prossimo massimo campionato. Il secondo: Cimminelli dichiara fallimento in prima persona. Il terzo: se non lo farà prima la giustizia civile (ma pare che non succederà), il Consiglio Federale del 15 luglio prossimo dichiarerà fallita la società. Dopo di che un eventuale nuovo acquirente, che ovviamente non salterà fuori in questi giorni (se lo facesse, dovrebbe accollarsi anche i debiti) ma subito dopo il fallimento dichiarato, potrà acquistare il Torino Calcio e, grazie al Lodo Petrucci, ripartire dalla serie B. Così va il Toro. Squadra da amare perchè sempre in mezzo ai guai.