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Scatta oggi la 92esima edizione del Grande Boucle 21 tappe per 3.608 chilometri. Arrivo il 24 a Parigi

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È esattamente quello che ha fatto il Tour de France, giunto appunto alla 92esima edizione con qualche novità non propriamente secondaria nel suo percorso. Per la prima volta dopo anni e anni c'è una netta inversione di tendenza relativamente alla presenza delle cronometro, che storicamente ricoprono un gran ruolo nell'orientamento dei vincitori della Grande Boucle (l'ultimo scalatore a giungere in giallo a Parigi è stato Pantani, nel '98, e prima di lui bisogna risalire all'88 di Delgado per trovarne un altro che andava meglio in salita che contro il tempo). In questo Tour 2005 la prima novità è già in avvio, oggi: non ci sarà il classico cronoprologo, né la frazione sarà in linea. Semplicemente, da Fromentine a Noirmoutier in Vandea, si parte con una crono. 19 km soltanto, quasi un prologo stiracchiato; la distanza non consentirà quindi distacchi eccessivamente pesanti, anche se sin da oggi qualche protagonista pagherà oltre un minuto ai più forti specialisti. Poco male, se facciamo il confronto con gli anni scorsi. Infatti, a parte l'immancabile cronosquadre alla quarta tappa, lunga ben 67,5 km ma per fortuna mitigata dal sistema di distacchi già visto lo scorso anno (a seconda del piazzamento, si calcolano distacchi virtuali che vanno di 10" in 10"), ci sarà solo un'altro appuntamento con l'orologio: a Saint-Etienne, penultima tappa, sabato 23. E anche quella - 55,5 km - non sarà propriamente una prova da superspecialisti, visto il percorso parecchio vallonato. In totale 142 km a cronometro. Nel 2004 furono 141, ma con una prova in più; nel 2003 171,5, nel 2002 182. Di contro, aumenta lo spazio per gli attaccanti. Seconda tappa, terza, quinta, sesta e settima (con sconfinamento in Germania a Karlsruhe) saranno roba da velocisti. All'ottava, a Gérardmer sabato prossimo, c'è una prima asperità con un minimo di significato, che svetta a 15 km dal traguardo. Il giorno dopo, sulla strada per Mulhouse, le salite alsaziane danno un bel po' di pepe pur essendo lontane dall'arrivo (in effetti la tappa è un po' sprecata, con l'ultimo colle a 56 km dalla fine). Si giungerà al primo riposo (lunedì 11) coi cronoman ancora in posizione dominante. Ma da martedì 12 si attaccano le Alpi: Cormet-de-Roselend e arrivo in quota a Courchevel come prima portata; Madeleine, Télégraphe e Galibier, con lunga picchiata verso Briançon, come seconda; quindi strappetti a non finire nella frazione di Digne-les-Bains (fughe da lontano, ma presumibilmente gli uomini di classifica staranno a guardare). Puntatina per i velocisti a Montpellier, e poi subito Pirenei, da sabato 16: Pailhères e arrivo in quota ad Ax-3-Domaines nella prima frazione pirenaica; e nella seconda, abbuffata con Portet d'Aspet (a 10 anni dalla morte sulla sua discesa, Casartelli verrà omaggiato), Menté, Portillon, Peyresourde, Val Louron e arrivo in salita a Saint-Lary-Soulan. Il secondo giorno di riposo (lunedì 18) precede il transito sull'Aubisque, a metà strada tra Mourenx e Pau. Altra frazione per velocisti (o anche scattisti) a Revel, poi giovedì 21 e venerdì 22 Leblanc (al passo d'addio: è l'ultimo Tour da lui disegnato) ha avuto l'illuminazione di far passare la carovana sul Massiccio Centrale, per due tappe con salite adatte ad imboscate (in particolare l'arrivo - duro - di Mende). Gli scalatori, alla vigilia della crono di Saint-Etienne, avranno quindi un ultimo appello dalla loro. Quanto sarebbe bello se uno di loro riuscisse ad arrivare ai Campi Elisi parigini, per la passerella finale, in maglia gialla, interrompendo il troppo lungo impero di Lance Armstrong?

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