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Delio Rossi: «È una scommessa che vale la pena vivere» Di Canio c'è: firmato il nuovo contratto. Sereni in arrivo

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È partita ieri l'avventura biancoceleste per la stagione 2005-2006: ritrovo a Formello prima delle ultime visite mediche e poi a tutti Fiumicino per raggiungere Santa Cristina, sui monti della Val Gardena. Rossi la definisce una «scommessa» e basta guardare i nomi dei 23 peones chiamati a onorare la prima sessione estiva, prima dell'esordio casalingo in Intertoto del 17 luglio, per capire che la Lazio, quella vera, è ancora un rebus da sciogliere. C'è Di Canio però, chioccia designata d'una miriade di giovani promesse (da Angeletti a De Silvestri, passando per Greco, Sannibale e Zaccardi) che dovranno cercare di tenere in alto la bandiera. L'idolo della Nord ha firmato ieri nel centro sportivo il nuovo contratto fino a giugno 2006: una formalità necessaria perché rispetto alla passata stagione, quando era stato siglato l'accordo tenuto in naftalina, è cambiata la modulistica federale. L'autografo è stato apposto nella tarda mattinata, prima della partenza appunto. Si riparte con Di Canio, quindi. Sarà ancora la sua Lazio. Sua e di Delio Rossi, l'uomo destinato ad assemblare una creatura nuova di zecca. Naviga a vista ma non ne fa un dramma. «È una scommessa che vale la pena vivere, perché arrivare alla Lazio è un'occasione irrinunciabile». Difficile avere le idee chiare, Rossi ci prova. «So già come giocheremo, lavoreremo molto e parleremo poco, non venderemo fumo», sottolinea a una piazza in fermento a cui rivolge una considerazione. «L'importante è non prenderli in giro, i tifosi, anche se loro sanno da quale situazione veniamo». Sul mercato. «Ho fiducia nella società, il campionato inizia il 28 agosto, avrei problemi se per quella data la situazione fosse ancora quella attuale». L'Intertoto occupa una posizione subordinata nei suoi pensieri. «È una tappa di avvicinamento al campionato, puntiamo a essere pronti per fine agosto. Chi è qui deve dimostrare il proprio valore, non mi interessa chi sono i giocatori ma come affrontano la situazione». Secco e preciso, vago per evidenti ragioni, fideisticamente fiducioso. La proprietà si difende sull'immobilismo: «Oggi si enfatizzano i mancati movimenti perché c'è l'Intertoto alle porte ma il mercato apre il 1 luglio. Alla Lazio non c'è alcun giocatore in partenza, se qualcuno non vuole più far parte della rosa è una cosa legata solo a volontà che non sono riconducibili al club. Di Canio? Non ci sono problemi, il contratto nuovo si può depositare solo il 1 luglio». Tra i giocatori da registrare il proclama di Simone Inzaghi: «Sono convinto che la proprietà farà una grande squadra, in grado di lottare per la Coppa Uefa e io farò parte di questo gruppo», che è un po' l'auto-investitura in vista delle ormai prossime scelte legate al mercato. Rispetto alla lista dei convocati hanno disertato l'appuntamento sei giocatori. Oddo e Peruzzi si aggregheranno ai compagni solo intorno al 10 luglio, stesso discorso per Liverani. Baronio, invece, raggiungerà Santa Cristina il 4 luglio, Pandev due giorni prima. Ieri non c'era Sereni, ufficialmente malato (virus intestinale): il portiere in realtà ha rotto con la società e sta aspettando di conoscere la sua nuova destinazione. Genoa e Chievo se lo contendono, in attesa, di concerto con il manager Canovi (ieri incontro con il presidente), ha deciso che risponderà alla convocazione. Scongiurato il potenziale provvedimento disciplinare. Insieme al gruppo c'è anche il primo e unico acquisto del nuovo corso: Fabio Firmani, svincolato, ex Catania. Ha firmato un triennale da 150 mila euro, preferendo la Lazio all'ipotesi-Livorno che di soldi gliene avrebbe offerti anche di più ed è appeso a una clausola di gradimento che decade ad agosto. Ora si cercano altri innesti. Anche perché rispetto all'anno scorso mancano, per ora, all'appello Couto, Siviglia, i gemelli Filippini, Giannichedda, Seric e Talamonti: sette pedine non uno scherzo, di cui cinque titolari inamovibili. La Lazio è ancora in maschera. Quella vera probabilmente nascerà a cavallo tra la prima partita d'Intertoto e il ritiro a Chatill

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