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RUGBY

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Le aspettative del tecnico, alimentate dalle prime prove fornite dall'Italia nel tour, non sono state soddisfatte a Melbourne, dove la superiorità marcata dalla linea trequarti dei Wallabies è stata evidente. Berbizier non accampa scuse: «È stata molto dura ieri, ma la lezione mi è servita per mettere a fuoco cose molto importanti: ad esempio,non siamo ancora pronti a giocare a questo livello, a livello degli australiani, a fine stagione. Siamo un gradino più sotto perchè non disponiamo di 30 giocatori del livello necessario per competere con le squadre di rango superiore. Ma è stato utile ed interessante averne una riprova, perchè in qualche maniera la fase argentina del tour aveva un poco mascherato questa realtà. Però era importante sapere che ragazzi bravissimi ed impegnati come, per esempio Mannato o Ravanello, non hanno il livello necessario per queste partite. Ma sono indicazioni che solo il campo ti può dare, come quella della mancanza della giusta continuità nel rendimento della squadra». «D'altronde - chiude il ct azzurro - il tour doveva servire anche a conoscere e sperimentare il parco giocatori che ci eravamo portati dietro cercando al massimo di fare coincidere la ricerca del miglior risultato in campo con la conoscenza e la verifica del livello dei giocatori». A.F.

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