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Sfogo Sereni: ciao Lazio sono arrivato al limite

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Per vestirsi di biancoceleste, spinto da Mancini, aveva strappato un contratto miliardario con gli inglesi dell'Ipswich Town. Oggi Sereni è sul piede di partenza: con la Lazio si è tolto la soddisfazione di aver vinto da titolare una coppa Italia, una magra consolazione per chi era arrivato con la certezza di essere un punto fermo ed è stato invece costretto a vivere un paio di stagioni alle spalle di Peruzzi. Per il momento è in attesa di conoscere la sua prossima destinazione. Qualche giorno fa la società ha chiamato il suo procuratore per dire di trovare una nuova squadra: Genoa, Fiorentina, Palermo, tanti club ma finora poche certezze. L'inchiesta che ha coinvolto il club ligure ha rallentato l'operazione. «Ci sono delle trattative in corso - afferma Matteo Sereni dalle frequenze di R.S.A - per il momento non ci sono grosse novità. Vorrei essere un protagonista, avere una maglia da titolare e magari avvicinarmi a casa: sono nato a Parma ma ligure di adozione. Qui sono arrivato al limite: con Angelo - Peruzzi n.d.r. - non c'è mai stato alcun tipo di problema, siamo amici. Chi considera la salvezza della Lazio una piccola impresa si sbaglia, potevamo fare di più. Caso è una brava persona, ma mi ha deluso: dopo 14 partite mi ha fatto fuori per una scelta politica, ci sono rimasto male. Papadopulo? Di lui non parlo. La vecchia guardia non ha mai legato con quelli che erano arrivati in prestito, mettere d'accordo 30 teste non è certamente semplice. Lotito? All'inizio aveva detto di apprezzarmi, ora non so cosa possa pensare di me: è da tempo che non lo sento». Sim. Pie.

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