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Trattative con il Messina per Iliev e Parisi, ai siciliani piacciono Scurto e Corvia Tifosi a Cassano: «Vattene»

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Il tecnico di Certaldo avrà il compito non semplice di centrare il primo traguardo: quello di tornare a respirare aria di Champions League. Il quarto posto, oltre a un cammino più lungo possibile in Coppa Uefa, sono i buoni propositi che la società ha affidato al neo allenatore, a tre settimane dal raduno prima della partenza per il ritiro estivo. Ma con quali premesse tecniche nascerà la prima Roma della nuova gestione? In attesa di qualche anticipazione, proviamo a delineare la squadra del futuro. Con un particolare occhio di riguardo al centrocampo, il settore nevralgico, che non pochi problemi ha creato alla disastrosa Roma della stagione appena conclusa. L'unica certezza sembra la difesa a tre. Dopo qualche non riuscito tentativo iniziale, sulla scorta delle esperienze provate con Empoli e Sampdoria, nel triennio in Friuli Spalletti ha sempre adottato questa soluzione. Ma il suo 3-4-3 che dopo 109 anni di storia ha guidato l'Udinese ai preliminari di Champions League è in realtà uno schema duttile e camaleontico. Spalletti non è un tecnico integralista, piuttosto un perfezionista che preferisce adattare l'atteggiamento tattico della sua squadra anche plasmandolo secondo le caratteristiche degli avversari. Un ruolo decisivo in questo modulo lo hanno certamente gli esterni. Con Jankulovski largo a sinistra, Pinzi diventava intermedio nel 3-5-2 e a rotazione, Zenoni a Mauri, e più di rado Pieri e Belleri, hanno dato un apporto notevole allo sviluppo del gioco della sua ultima Udinese. Considerando probabile la cessione di Mancini, che però il neo allenatore romanista vorrebbe trattenere, con l'attuale rosa a disposizione si profilerebbe l'avanzamento di Panucci (se resterà) a destra con Taddei sulla corsia opposta. In attesa di un nuovo innesto oltre a Bonanni, naturalmente. Più difficile pensare in quella zona del campo a Cufrè, che potrebbe essere considerato come prima alternativa ai probabili titolari della retroguardia: Mexes, Chivu e Kuffour. Per sincronizzare gli automatismi del centrocampo e dettare tempi e frequenze di gioco è essenziale un punto di riferimento di cui attualmente la Roma non dispone. Non a caso, la prima richiesta formulata alla Roma porta nome e identikit di David Pizarro, uno dei migliori protagonisti a livello continentale di un ruolo in crisi di vocazione. È lui il classico regista in grado di dar respiro alla manovra, abile nell'interdire e trasformare rapidamente l'azione da difensiva in offensiva. Qualità in proiezione nelle corde di Aquilani, che però ancora deve crescere prima di prendere per mano le redini della squadra. Con Pizarro o Juninho Pernanbucano, il reparto centrale sarebbe assortito con la presenza di due incontristi come De Rossi e uno tra Perrotta e Dacourt, affrancati da mansioni di impostazione e preposti a far da collante tra le linee. Nel nome dell'equilibrio c'è stata la trasformazione al 3-5-2, che Spalletti ha sempre utilizzato fuori casa nelle partite contro le prime otto classificate. Juventus, Milan, Inter, Palermo, Messina, Roma: lontano dal «Friuli», con l'eccezione della sfida di Genova con la Samp, l'Udinese è sempre partita con due punte. Intanto Spalletti aspetta di conoscere il destino di Antonio Cassano. Entro mercoledì prossimo è atteso nella Capitale un incontro tra Luciano Moggi e Rosella Sensi. Ieri qualche tifoso ha apostrofato l'attaccante barese prima del matrimonio di Totti. «Venduto, vattene a Torino da Capello». Sempre in tema mercato, nelle ultime ore si sono infittiti i contatti tra Pradè e il dg del Messina, Angelo Fabiani. Oltre al serbo Iliev, si è parlato anche di Alessandro Parisi, esterno sinistro assai gradito al neo allenatore giallorosso. Il club siciliano è interessato a Scurto e Corvia.

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