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Arriva l'allenatore ma non sa ancora quale squadra dovrà gestire

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La testa alta, l'hanno tenuta fino in fondo soltanto gli ammirevoli tifosi, generosi nel sobbarcarsi una trasferta non proprio a buon mercato, impeccabili nei comportamenti anche di fronte a un naufragio annunciato. Del resto, se la Roma non aveva avuto testa, e soprattutto gambe, per battere all'Olimpico squadre come la Reggina, il Siena, il Brescia, quali chances aveva di sovvertire un pesante passivo di fronte a un'Inter che aveva capito tutto, consentendosi di giocare in sourplesse, senza mai soffrire? Nel baraccone delle tre palle un soldo, caro al tifo romanista, il pupazzo da buttare giù, in questi ultimi tempi, ha avuto sempre il viso furbetto di Cassano, come se il barese rappresentasse l'unico problema della squadra e della società; e non offrendo certo al talentino barese, costato una tombola, un sia pur minino incentivo a prolungare la sua permanenza a Roma. Si è chiusa così, senza un solo segnale di incoraggiamento, una stagione nata malissimo e conclusa peggio, con il pallido raggio di sole della qualificazione Uefa, una volta raggiunta la salvezza tra mille stenti. Se vogliamo, la sola parentesi accettabile l'ha offerta l'interregno di Del Neri, poi mediaticamente licenziato senza che la società gli offrisse un pur tenue cenno di supporto. Quindi si riparte da tre, come diceva Troisi, nel senso che l'organico della Roma qualcosa promette, anche se ancora i suoi contorni sono tutt'altro che definiti, tra arrivi e soprattutto partenze. La sola certezza sembra riguardare la necessità di fare cassa, senza incorrere in incidenti di percorso nella gestione del contratto di Cassano, per non vederlo partire, da gennaio in pio, a parametro zero. Degli arrivi si è già detto qualcosa, ma i giudizi sarebbero ingenerosi di fronte a labili elementi di valutazione: su un piatto la modesta spesa, anche se gli ingaggi non sono da due lire, sull'altro gli interrogativi sulle condizioni fisiche del ghanese Kuffour e del congolese Nonda, pochissimo utilizzati nella stagione passata. Qualche più chiaro indizio si potrà cogliere quando la Roma potrà presentare Luciano Spalletti, frenato finora da una diatriba puntigliosa, sovradimensionata rispetto alla portata del contenzioso. Può anche darsi, ma non ci giurerei, che il tecnico di Certaldo sia stato interpellato, non ufficialmente, sui nuovi arrivi finora annunciati, Taddei compreso. Però ci si chiede se si possa impostare il rinnovamento di un organico senza la piena sintonia di chi lo spogliatoio, con tutte le sue magagne, sarà chiamato a gestire. L'auspicio di tutti i tifosi è che la campagna estiva fin qui portata avanti sia stata indirizzata alle reali necessità dell'organico, per non cadere negli errori perpetuati da un Moratti contento del suo carrello supermercato da riempire. In questo momento, alla società e alle sue iniziative il tifoso può dedicare soltanto un sincero atto di fede, senza sbizzarrirsi in troppi interrogativi. Gli stessi che l'osservatore neutrale è obbligato a porsi.

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