Somma ci crede: «L'Empoli stupirà ancora»
Da Latina, dove è nato, è arrivato nel calcio che conta. «Ma dopo tanta gavetta e serie D». Quali sono stati i segreti di questa promozione? «Anzitutto proprio il fatto che all'inizio eravamo considerati da retrocessione, cosa che ci ha permesso di fare molti punti giocando senza avere nulla da perdere per poi gestirli nel resto della stagione. E poi l'organizzazione di una società dalla quale sono sempre usciti fior di allenatori, come Spalletti e Guidolin. Ad Empoli la cultura del lavoro e la competenza sono alla base dei successi». A proposito di giovani: che ci dice di Coda, Tavano, Moro e Vannucchi. «È grazie a loro che siamo riusciti a fronteggiare partenze importanti come quelle di Grella e Rocchi senza risentirne. Qui, con questi ragazzi, si può costruire qualcosa di bello e sono contento di far parte del progetto». È per questo che quando il suo nome fu accostato alla Lazio lei rifiutò l'ipotesi? «Anche, ma soprattutto perché mi sento ancora troppo giovane per la Lazio. Preferisco fare un altro anno in Toscana e crescere piano piano, perché il mondo del calcio brucia tutto troppo in fretta. Roma è una piazza difficile. Lì hanno vinto solo grandi tecnici come Liedholm, Capello ed Eriksson. Gli altri, chi più chi meno, hanno fallito tutti».