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Pradè: «La squadra ha lottato con orgoglio Crediamo nel miracolo Possiamo segnare due reti»

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Bruno Conti conclude la sua esperienza da allenatore allo Stadio Olimpico senza un sorriso. Si confidava almeno nella Coppa Italia, soprattutto nella partenza sull'acceleratore che aveva colto di sorpresa l'Inter. Poi, il solito, dimesso refrain. La squadra che si dissolve, l'avversario che prende campo e colpisce irrimediabilmente al cuore la Roma, che resta incapace di reagire. «Abbiamo disputato un'ottima mezz'ora iniziale. Siamo partiti alla grande, ma la partita è stata condizionata dai nostri errori sotto porta. A una grande squadra come l'Inter non si possono fare simili regali. Dal primo al trentesimo minuto abbiamo controbattuto colpo su colpo, giocando al livello dei nerazzurri. Ma resta il rammarico per quelle occasioni sprecate: avrebbero cambiato il corso della gara. Dovevamo essere più cattivi sotto porta». Poi, però, come spesso accaduto in questa stagione, la squadra si è dissolta dinanzi alla prima difficoltà, smarrendo brillantezza e idee di gioco: «Dopo il gran gol di Adriano abbiamo accusato il colpo e siamo un po' calati. È emersa la classe del brasiliano e non siamo riusciti più a contrastare i nostri avversari. Loro hanno preso in mano il pallino del gioco pur non avendo grandi occasioni. Nella ripresa abbiamo ripreso a giocare. Dopo il secondo gol di Adriano che ci ha tagliato le gambe, siamo rientrati in campo nella ripresa cercando di rimontare, ma non ci siamo riusciti, nonostante c'è stata qualche opportunità importante, ma ormai la gara aveva preso una piega difficile da ribaltare». Per il tecnico di Nettuno al «Meazza», mercoledì prossimo, ci vorrà un'autentica impresa. Da stamattina dovrà lavorare per tenere in tensione il gruppo, anche se la coppa Italia sembra avere un destino segnato. «Inutile negare che due gol di vantaggio a favore dell'Inter sono una dote considerevole da cui Mancini potrà ripartire. Io ci spero sempre, fino alla fine. Andremo a Milano con la convinzione di farcela: del resto non avremo nulla da perdere. Dovremo valutare le condizioni fisiche dei nostri infortunati. Sono contento di quel che hanno fatto i miei uomini e spero possano ripetersi mercoledì». Conti passa poi ad analizzare le prestazioni di alcuni singoli, spiegando il motivo di una scelta iniziale per la difesa. Su Philippe Mexes, l'allenatore sembra alquanto contrariato. «Ferrari ha disputato un buon incontro, Mexes era in panchina, dolorante a una caviglia. Si è infortunato durante al riscaldamento, volevo farlo entrare al posto di Cufrfè ma non è stato possibile. Non credo sia da colpevolizzare Ferrari, così come non lo faccio per Curci. Ho sentito sul suo conto già qualche rilievo, ma Adriano ha esploso in quel tiro dalla distanza tutta la sua potenza e Gianluca non ha avuto responsabilità». Molto deluso, ma ancora possibilista sull'esito finale della partita di ritorno è Daniele Pradè, che prova a cogliere un significato positivo dalla triste serata dell'Olimpico. «È andata male, ma la squadra ha lottato per novanta minuti con determinazione e ardore. Peccato soltanto non esser riusciti a concretizzare le occasioni che abbiamo avuto soprattutto nel primo tempo. Dico però che nel calcio i miracoli a volte si verificano. Perché non crederci? In definitiva, due gol li hanno fatti loro e possiamo restituirglieli anche noi a Milano». Miracoli, appunto. Solo il ricorso al metafisico può alleviare il sapore amaro della sconfitta, alla fine di una stagione da dimenticare al più presto.

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