CICLISMO

Lo ha raccontato Filippo Simeoni ieri durante la sua deposizione ai Nas di Firenze, che indagano sia sul caso di doping che sulle presunte violenze private da parte di Armstrong e di Cipollini nei confronti del ciclista di Latina. L'audizione di Simeoni, ascoltato come persona informata dei fatti, è durata oltre due ore. Il ciclista, che era accompagnato dagli avvocati Fontana e Napoleone, ha confermato nuovamente la propria posizione su quanto accaduto durante la 18ª tappa del Tour de France (la fuga frenata dalle presunte minacce di Armstrong), già agli atti dell'inchiesta per violenza privata avviata dalla procura lucchese, aggiungendo poi il nuovo episodio relativo alla Tirreno-Adriatica del 2004, quando Simeoni ancora apparteneva alla squadra della Domina-Vacanze. «Avevo chiesto che la corsa passasse anche da Sezze — ha detto Simeoni al termine dell'audizione davanti ai carabinieri del Nas — e pagai anche di tasca mia. Ma Cipollini pose il veto sulla mia presenza in squadra». Nel corso della lunga deposizione di Simeoni, sarebbe anche emerso, secondo quanto riferito, un particolare in più: Armstrong, sentito dal procuratore capo Giuseppe Quattrocchi, titolare dell' inchiesta sul doping e sulla violenza privata oltre che su quella per diffamazione nata dalla querela che Simeoni ha sporto nei confronti di Armstrong dopo un'intervista di quest'ultimo a «Le Monde», avrebbe detto che «non sa parlare l'italiano». «L'italiano — ha detto Simeoni ai Nas — lo parla benissimo. D'altra parte vive da anni sul lago di Como...».