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MILANO — Un «modello italiano» per la ripartizione dei proventi tra le squadre di A e i contratti per ...

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Nella mattinata Adriano Galliani ha incontrato l'avvocato Marco Pistoni, direttore delle acquisizioni e responsabile dei contratti sportivi di Sky. Si è parlato dei contratti per i diritti satellite di Lazio, Parma, Samp, Siena, Chievo, Lecce, Reggina, la neopromossa Empoli e due tra Genoa, Torino e Perugia. Successivamente il presidente della Lega si è riunito con la commissione incaricata di discutere una ipotesi di accordo sulla mutualità. Galliani con Lotito, Foti, Giraudo, Cellino e Zamparini avrebbe messo a punto una ipotesi di accordo sulla ripartizione dei proventi in serie A. Alla fine Maurizio Zamparini fa capire che l'accordo si farà per il bene del calcio, ma che a guadagnarci saranno ancora una volta le «povere grandi». «Penso che l'accordo sui diritti con Sky lo troveremo — spiega Zamparini — Sky ha venduto gli abbonamenti per il prossimo campionato, come farebbe a giustificare la mancanza della metà delle squadre? Poi abbiamo quasi inventato un modello italiano con un complicato meccanismo di calcolo. Una percentuale del 15% uguale per tutti, una identica sulla base della classifica e il restante 70% in base alle percentuale calcolate sulla cifra che loro (le grandi) prendono oggi dai diritti Sky sul montante totale. In pratica le povere grandi non ci rimettono quasi nulla. Però sarebbe già un fatto nuovo, completamente a favore loro: come al solito caliamo le braghe però si fa tutto per il calcio perchè nei prossimi anni le riunioni in Lega siano una festa e non una lite». Ma perchè le medio-piccole della cordata Della Valle, da lui rappresentate, alla fine hanno dovuto ridimensionare le loro richieste per fare un accordo? «Combattere contro Galliani e Giraudo che sono molto più bravi di noi — ha detto Zamparini — è una lotta quasi impossibile. Per quanto Galliani non è certo un nemico, diventa un avversario quando fa gli interessi del Milan. Per il resto è un uomo democratico e certamente non è un uomo di potere». Adesso la parola torna all'assemblea generale dei 42 club già convocata per mercoledì 22 giugno. Potrebbe essere la volta buona per trovare l'intesa finale.

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