L'AMICHEVOLE
Bloccati dagli zelanti funzionari della dogana all'aeroporto di Toronto per un minuzioso controllo degli scarpini, gli azzurri non hanno però cambiato programma dirigendosi subito allo stadio per allenarsi. Ci si è messo anche Giorgio Chinaglia a cercare di promuovere un Italia-Serbia in tono minore, eppure lo Sky Dome di Toronto si riempirà solo al settanta per cento, lasciando vuoti poco meno di un terzo dei suoi 50.000 posti. Su un campo che ospita il baseball, con i locali Blue Jays, e riadattato per l'occasione al «soccer», la nazionale azzurra farà da attrattiva per la folta comunità italiana di Toronto: dei 50.000 posti disponibili sono stati venduti finora circa 25.000 tagliandi, e le previsioni parlano di 35.000 presenze finali contando anche i tifosi della consistente comunità serba. Tutto sommato non si tratta neanche di un bilancio negativo, visti i mugugni ai quali i connazionali di Lippi e Lucarelli si sono lasciati andare: molte le telefonate di protesta al Corriere canadese, giornale di riferimento degli 800 mila italo-canadesi che vivono e lavorano (costruzioni e assicurazioni le attività prevalenti) tra Little Italy e il sobborgo di Woodbridge. «Ma il tono è più di delusione che di rabbia», assicura Nicola Sparano, responsabile delle pagine sportive del quotidiano che si stampa a Toronto. Oltre al calore del tifo, i giocatori di Lippi dovranno pensare anche all'umidità dello Sky Dome. L'impianto è coperto e ci vogliono due ore per l'apertura, la decisione va presa al mattino del giorno della partita. Gli azzurri sono stati accolti a Toronto da caldo umido e una temperatura di circa 30 gradi e le previsioni danno indicazioni simili, per cui è probabile che l'impianto resterà aperto. Anche se i responsabili assicurano che l'impianto di areazione è perfetto, e il problema umidità in caso di tetto chiuso non si pone, tre anni fa in analoga situazione, a Sapporo, gli azzurri lamentarono però la faticosissima respirazione. Una giornata intera ci vorrà invece per spostare le tribune attorno al diamante di baseball, per ricostituire un rettangolo da calcio; in poche ore è invece a termine la rizollatura del terreno con erba vera: ora, c'è il sintetico.