Papadopulo dice addio
Poi lo scarno annuncio che vuol dire addio. Papadopulo saluta la Lazio. Non sarà lui a guidare la squadra nella prossima stagione. L'epilogo, annunciato, è la sintesi di 24 ore frenetiche, passate a ragionare sul futuro. Una cena con i più stretti collaboratori, l'idea della conferenza stampa ai Parioli, l'ultimatum dato alla proprietà, «o io, o Di Canio», cioè la sintesi del colloquio intercorso tra le parti nel pranzo sociale di martedì a Formello. Inutile quindi l'ultima telefonata, quella di Lotito mercoledì notte. Un ripensamento sull'annuncio pubblico, ma non sulla sostanza. Cioè sul divorzio. Quindi l'ultima mossa. Un comunicato affidato all'Ansa e diramato poco prima delle 13, dal contenuto inequivocabile. «Giuseppe Papadopulo comunica che le trattative con la presidenza della S.S. Lazio per il prolungamento dell'incarico di allenatore responsabile della prima squadra non hanno dato esito positivo e pertanto il rapporto con la società biancazzurra terminerà il 30 giugno 2005. Giuseppe Papadopulo ringrazia il Presidente Lotito per la fiducia accordatagli, i calciatori ed i collaboratori tutti per l'impegno e la dedizione dimostrata ed il magnifico pubblico laziale che non ha mai cessato di sostenere la squadra nei momenti di difficoltà che tutti insieme abbiamo affrontato e superato». Un concetto preciso, che ha spiazzato la proprietà: la notizia dell'addio è arrivata a Lotito via-etere, dai microfoni di Rsa. Quindi la reazione del numero uno, che appresa la notizia si è dilungato sulle motivazioni. «So che Papadopulo aveva una condizione di disagio legato ad alcune situazioni nello spogliatoio. Mi ha comunicato l'incompatibilità della sua presenza con quella di altri calciatori ma personalmente non mi ha comunicato le sue dimissioni». Sul futuro: «Non mi spaventa la possibilità di trovare un'alternativa» ha detto Lotito che, poi, velatamente è sembrato rivolgersi anche a Di Canio: «Non devono esistere privilegi per nessuno. Si è creata una grossa frattura perché la gente non ammette che ci siano cose individuali. Se poi uno per eccesso di zelo disgrega, deve capire che crea un danno. Con una rinascita totale può darsi anche che salti tutta la struttura, devo capire qual è la situazione. In cima a tutto ci sono gli interessi della Lazio». Un concetto combattuto dai tifosi: la Curva ieri ha espresso un concetto chiaro. «Giù le mani da Paolo Di Canio». In realtà i problemi nello spogliatoio prescindevano dall'idolo della Nord. A più riprese anche Peruzzi, Sereni, Muzzi, Oddo, Liverani e addirittura Lequi hanno avuto duri confronti con Papadopulo. Che alla fine aveva smarrito le coordinate giuste per tenere unito il gruppo. Insieme a lui saluteranno anche Rosario Di Vincenzo e il vice-Gagliardi. In attesa di comunicazioni l'altro vice Vincenzo Mirra. Papadopulo passa e chiude. All'orizzonte Cagliari, Torino e Udinese. Il sogno biancoceleste è svanito dopo neanche sei mesi.