La proprietà: «Serve una guida da battaglia Giannichedda? Ho sbagliato la valutazione sull'uomo»
Papadopulo prende posizione, vuole scaricare Di Canio. E vuole farlo capire, a chiare note. Magari evitando riferimenti diretti per non compromettere il filo che lo tiene ancora legato alla panchina biancoceleste. Ha anche pensato a una conferenza stampa ai Parioli, lontano da Formello e senza placet societario: appuntamento inizialmente fissato per stamattina, mai confermato. La situazione è precipatata nelle ultime 48 ore. Il retroscena: l'allenatore ha dettato l'ultimatum martedì sera: «Io o Di Canio». Questo la cruda sintesi del messaggio. Papadopulo s'è detto convinto di non poter costruire un nuovo progetto in queste condizioni, puntando l'indice contro l'idolo della Nord. Rapporto ridotto ai minimi termini, quello con il numero nove. Che non gli ha perdonato alcune promesse non mantenute, di avergli mancato di rispetto. Papadopulo invece lo indica come leader troppo «pesante», in sintesi la panacea dello scollamento all'interno dello spogliatoio. L'avvisaglia c'era stata martedì mattina, quando il tecnico s'era lanciato in una dichiarazione pubblica piuttosto chiara: «Non so se rimarrò alla guida della Lazio, ma bisogna risolvere tanti problemi, così non si può andare avanti». Leggere tra le righe, due giorni dopo, sembra più facile. Una presa di posizione decisa, forte. Che riguarda anche il diesse Martino, pronto a defilarsi dopo il colloquio con il presidente, senza aver avuto la possibilità di operare. Di Canio, questo è chiaro, come il resto dello spogliatoio non vede la conferma del tecnico: e la gente si sta progressivamendo allineando alle istanze di quel che rimane del gruppo. Cioè è ormai lontana distanze siderali dall'allenatore. Lotito, ieri a Milano per il Consiglio di Lega, ha incassato il «sì» dell'Intertoto, inconsapevole del terremoto romano. Certo dovrà essere la proprietà, in caso di eventuale conferma di Papadopulo, a ricostruire un rapporto lacerato dalle distanze ideologiche e umane. Il compito appare davvero improbo, quasi impossibile. Un'impresa titanica, non per Lotito che ieri a Milano, dopo aver incassato il «sì» per l'Intertoto (nove gare tra il 16 luglio e il 22 agosto), ha confermato di non aver sciolto le sue riserve: «La prima cosa è la professionalità, la seconda la moralità, il modo di far calcio valorizzando i giovani e la terza la compatibilità col piano finanziario. Tutti sono funzionali nel momento in cui hanno questi requisiti. Con Trapattoni comunque non ho mai avuto contatti. Delio Rossi? Prima il programma. Per un terreno scosceso, magari più che una grande berlina, è meglio una gip». Una frecciata polemica a Giannichedda: «Con lui ho sbagliato. Avevo puntato sull'uomo avevo, rinunciando quest'inverno a tre giocatori in prestito gratuito dalla Juve. Se ha fatto questa scelta significa che ho sbagliato a fare la valutazione dell'uomo e la Lazio sicuramente ne avrà un danno economico».