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Faccia a faccia Baldini-Moggi jr entrambi con papà ex ferroviere

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Punti di vista opposti, su tutto. Dalla Gea ai conflitti d'interesse al doping. Passando anche per opinioni tecniche. Un esempio, ad entrambi viene chiesto il nome del giocatore più forte in attività: «Ronaldinho», risponde Moggi jr. «Totti», l'idea di Baldini. È l'intervista delle «Iene» con i due protagonisti. La prima curiosità viene forse dall'unica cosa in comune che i due mostrano di avere. Chi è tuo padre, domanda l'intervistatore: «Luciano Moggi», risponde il primo, senza dire che da giovane anche Lucianone faceva il ferroviere. «Un ex ferroviere», spiega a sua volta Baldini. «Perchè si parla di Luciano Moggi tutti gli anni? Perchè vince abbastanza», la spiegazione del figlio. «Perchè tutti gli anni fa in modo che si parli di sè», il punto di vista di Baldini. E ancora sul direttore generale della Juventus, è il padrone del calcio? «È un bel mix tra leggenda e realtà», la replica dell'ex dirigente giallorosso che alla domanda sul perchè si pensi che Luciano Moggi e Baldini siano nemici risponde: «Solo perchè chi non gli è amico passa per suo nemico». Mai una cena insieme tra i due, emerge dall'intervista, mai neanche un litigio. E una trattativa? «Brevissima e serena - spiega Baldini». Mentre tra padre e figlio Moggi un rapporto lavorativo c'è stato: «È capitato con Del Neri», racconta Alessandro che ammette di ammirare del padre la capacità di parlare chiaro trovando in questo anche un difetto. E poi la Gea. Perchè ci sono tanti figli dai cognomi famosi a comporla? «Perchè l'unione fa la forza», risponde l'ex romanista. «È stato solo un caso - spiega invece Alessandro Moggi - siamo tutti amici e abbiamo deciso così». E via poi con il conflitto d'interesse, inesistente per il procuratore, mentre Baldini risponde: «C'è - spiega e aggiunge - La Gea ha una posizione dominante». Esistono lobby nel calcio? «No», per Moggi jr. «Certo», per Baldini che alla domanda diretta Juve e Milan si sono messe d'accordo per gestire il calcio risponde: «Chiunque ha frequentato qualche riunione di Lega ha questa sensazione». Perchè dopo aver combattuto Galliani ora Sensi lo appoggia? «Solo gli stupidi non cambiano idea», spiega il procuratore. «Perchè ha pensato fosse conveniente», replica l'ex dipendente del presidente della Roma. Lau. Nov.

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