«Aspetto un segnale ma non ho sponsor»
«Non è la prima volta che vivo questa situazione di incertezza - afferma l'allenatore di Cecina - anzi, è mi è accaduto molte volte perché io non ho sponsor: i presidenti che hanno deciso di affidarsi a me lo hanno fatto credendo solo ed esclusivamente nel mio lavoro. Questi cinque mesi trascorsi alla guida della Lazio sono stati importanti, ora conosco tutto quel che c'è da conoscere in questo ambiente». Papadopulo ha la convinzione di aver guadagnato la riconferma sul campo, le parole sono inequivocabili: il tecnico torna indietro nel tempo e commenta una salvezza ormai da un passo. «Non vedo per quale motivo non dovrei allenare ancora la Lazio ripensando alla situazione che c'era qui cinque mesi fa, posso dire che il raggiungimento della salvezza sarebbe un ottimo risultato». Manca ancora un punto che la Lazio dovrà andare a conquistare a Palermo contro una formazione apparentemente priva di motivazioni. «Non bisogna aspettarsi un avversario dimesso perché si rischierebbero delle brutte figure: la Lazio dovrà andare a Palermo per cercare di fare il massimo. In questo momento la squadra ha 70 minuti nelle gambe, ma tutte le formazioni sono state prese in contropiede dalla durata del campionato: quattro turni in più pesano terribilmente sulle gambe dei giocatori. In questa settimana dovrò lavorare più sulla testa che sulle gambe dei giocatori, sarà necessario lasciarne qualcuno a riposo per farlo arrivare a domenica in buone condizioni fisiche». A Formello tiene ancora banco il rigore negato alla Fiorentina, ma il tecnico esce dall'area sala stampa a testa alta e palla al piede: «Al posto di Zauri non so in quale maniera mi sarei potuto comportare, per poterlo dire bisognerebbe trovarsi in una situazione del genere. La tregua con Di Canio? Per parlare di tregua è necessario che prima sia accaduto qualcosa».