di DARIO BERSANI LA ROMA in piena bagarre salvezza.
«Le spiegazioni sono tante ma le teniamo per noi, nel chiuso dello spogliatoio. A livello tecnico, è mancata la compattezza in campo, tanto per dirne una. I nostri problemi sono cominciati con l'addio di Prandelli, a una settimana dall'inizio della stagione ci siamo trovati senza allenatore. Siamo consapevoli degli errori commessi, ma ora abbiamo cinque partite da vincere, oltre alla coppa Italia». Domenica all'Olimpico vietato sbagliare. «Contro il Brescia dovremo tirar fuori l'orgoglio e tutto quel che abbiamo. Ringraziamo i tifosi che, comprendendo il momento, ci sono stati vicini. La classifica è pesante, nessuno avrebbe potuto prevederla. Ma ritengo che parlare di lotta per la salvezza non faccia bene a nessuno. Adesso sarò fondamentale il gruppo: dobbiamo dare la vita per uscire dalla crisi. Tutti sono importanti e nessuno indispensabile». A Genova c'è stato qualche miglioramento incoraggiante. «Abbiamo giocato senza timori. Sono contento dei nostri progressi e mi fa ben sperare per l'immediato futuro: dobbiamo restare tranquilli. Il nostro obiettivo va tracciato partita dopo partita». Inevitabile tornare con Cufrè sul tema delle offese e delle provocazioni. «In campo ci sono codici da rispettare, anche se non sempre questo accade. Per me, tutto ciò che avviene nel rettangolo di gioco non deve trapelare all'esterno». Si spiega meglio, operando dei distinguo. «Certe provocazioni nel calcio ci stano sempre state, ma le offese personali non sono giuste». L'argomento Totti ha tenuto banco nelle discussioni degli ultimi giorni. «Francesco è sempre sottoposto a un trattamento particolare. Subisce molti calci e credo che altri al suo posto reagirebbero dieci volte di più. Lui ha sfogato in un episodio tutta la rabbia. Non va condannato: anche altri campioni come Maradona e Zidane hanno sbagliato. A caldo possono starci reazioni istintive, come la mia a Udine. Avevo appena subito una gomitata, ma questo non giustifica il mio gesto». Si torna anche sulle dichiarazioni di Chivu. Le colpe sono da distribuire in modo equo. «Le responsabilità maggiori le abbiamo noi che scendiamo in campo. La Società ci è stata sempre accanto e credo che le colpe di una stagione così difficile siano di tutti». Ieri incontro a Trigoria tra Pradè e il procuratore di Bonanni Marino: tutto ancora in alto mare. Intanto l'ex Lima domenica sarà all'Olimpico: «Di fronte a una proposta alla Lokomotiv sarei pronto a tornare. Non verrei a fare il turista ma a giocarmi una maglia. Il mio cuore è rimasto nella Capitale»