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Basket La Lottomatica sciupa l'occasione per centrare il sesto posto matematico

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La Virtus Roma orfana di Tusek, Sconochini e Van den Spiegel e con un Edney troppo impegnato nella strana veste del bravo scolaretto, senza alcun acuto, per mostrare a Pesic di aver capito la lezione, è una squadra troppo normale, sempre combattiva, ma a cui evidentemente mancano alcuni punti di riferimento, specie in vista dei playoff. Si aggiunga che la truppa di Pesic è arrivata sullo stretto con già i playoff in tasca e con la certezza che un successo sabato sera nell'ultima della regular season basterà per consegnarle il miglior piazzamento possibile nella griglia, il sesto posto, ed ecco spiegata una partita che ha mostrato, per larghi tratti dell'incontro, due squadre con opposte motivazioni. Perché la Viola, griffata da poco Eurofiditalia, sta giocando per la salvezza, che fino ad un mese fa sembrava un miraggio. Poi la dirigenza calabrese ha richiamato in panchina quel vecchio volpone di Tonino Zorzi, strappandolo ai prati verdi del golf cui s'era dedicato da pensionato forzato, e la musica è cambiata. Perché il basket non conosce carta d'identità e il famoso «passing game» (un gioco libero, senza grandi regole tattiche) del coach veneziano è ancora capace di fare meraviglie. E così eccola la quarta vittoria in cinque incontri, che rimanda la sopravvivenza nella massima serie della Viola all'ultima giornata, quando i verdetti saranno definitivi. Roma invece avrà bisogno della vittoria, per quel sesto posto che insegue, perché Napoli, vittoriosa nel derby con Avellino (65-83), potrebbe agganciarla sullo striscione del traguardo (se sconfiggerà Siena) con il vantaggio della differenza canestri. La partita al PalaPentimele è sembrata durare lo spazio dei primi 10', chiusi dalla Lottomatica distaccata di sole tre lunghezze, 24-21, grazie ad un ottimo inizio di David Hawkins (31 alla fine per lui). Ma con Edney trotterellante, come se si giocasse su un playground estivo, Roma non ha avuto nessun tipo di illuminazione dalla sua presunta luce. Così presto Pesic ha provato ad affidarsi al fosforo di Bonora ma il parziale della squadra di casa, con gli ex Larranaga e Shaw dominanti, è stato devastante. Un 18-4 che ha spedito la Viola sul 44-25 e che le ha consentito di far piegare le ginocchia a Roma, che è andata negli spogliatoi anche con il fardello dei tre falli di Edney ed Helliwell. Ma il mentore serbo non è uomo dal cuore tenero e ha chiesto ai suoi di rientrare in campo con il coltello tra i denti. Per dare fiducia alla difesa ha ordinato una zona che pian pianino ha cominciato ad annebbiare i baldanzosi calabresi. Che come ogni squadra con l'acqua alla gola hanno cominciato a pensare troppo al risultato. Così, sostentuta da Righetti ed uno splendido Hawkins, cui s'è aggiunto capitan Tonolli, la Virtus ha rosicchiato, tanto da giungere, ad una manciata di secondi dalla fine del terzo periodo, sul 67-61. E nell'ultima frazione è stata partita vera. Roma a -3 (75-72, sempre per merito dell'immarcabile Hawkins), ricacciata dietro dalla precisione di Larranaga. Finale con il cuore in gola, da cui s'è tirato fuori per falli un Edney al limite dell'inguardabilità. La voglia di salvezza di Reggio Calabria ha così avuto la meglio. Ed allora, per far diventare certezza il sesto posto sabato per la Virtus, in casa contro Reggio Emilia, sarà partita vera.

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