Mondiali di Sci a Bormio Americano imbattibile. Male gli azzurri
Bode Miller ha battuto il primo colpo e promette di diventare il dominatore dei Mondiali di sci di Bormio. In sede di pronostico era stato indicato come l'uomo copertina. Promessa mantenuta: sulla pista Stelvio ha pennellato sci per lunghi tratti, ha commesso anche un paio di errori ma si è ripreso alla grande, sfruttando la sua incredibile sensibilità sci ai piedi e una neve praticamente perfetta per il suo stile. Così, lo yankee del New Hampshire che vive in camper e odia gli alberghi ha chiuso in 1'27"55, lasciandosi alle spalle gli austriaci Michael Walchhofer (a 14 centesimi) e Benjamin Raich (terzo a quasi 90). Quarto, il più deluso di tutti, Maier: medaglia di legno per lui, il Grande Rivale di Bode, l'ex muratore di Flachau che aveva appena vinto a Kitzbuehel, nel tempio dello sci, e che sognava di scrivere un'altra pagina personale nella storia dello sci. «Per me è una grande giornata - ha commentato alla fine Miller, al suo terzo titolo iridato —. Sapevo che nelle discipline veloci avrei potuto fare qualcosa di grandioso: alla fine, è un oro che quasi mi aspettavo e che credo di meritare. È stata una battaglia fin dall'inizio, soprattutto nella parte iniziale dove ho toccato la neve con un braccio e ho rischiato di uscire. Sono stato fortunato: normalmente, chi sbaglia non conquista una medaglia». Nato nel New Hampshire il 12 ottobre 1977, single (anzi: sciupafemmine, pare anche in prossimità delle gare), in Coppa del Mondo ha vinto 18 volte. Con Aamodt, Girardelli, Mader e Zurbriggen, Miller è il solo atleta ad avere vinto almeno una volta in tutte e cinque le discipline dello sci: ha perfezionato l'impresa all'inizio di questa stagione quando in 15 giorni ha vinto in discesa, superG, gigante e slalom. Walchhofer, il secondo, un po' si accontenta e un po' no: «Ho sbagliato qualcosa, ma non so dove posso aver accumulato il ritardo di 14 centesimi. Comunque Bode ha disputato una gara eccezionale. Sono contentissimo dell'argento». Stessa solfa anche per Raich, uno che predilige le discipline tecniche ma che ha trovato il modo di andare forte anche nella velocità. Male, in compenso, gli italiani: Fattori, il migliore azzurro della specialità, è caduto nella parte alta del tracciato riportando un'escoriazione alla tibia destra (quella sinistra era già acciaccata), mentre Kristian Ghedina, sceso con il numero uno, ha rischiato anche lui di cadere e ha chiuso attardato (46° posto) bofocchiando qua e là. Il migliore degli azzurri è stato così Peter Fill, 14° a 2"03: «Non ho trovato la sciata giusta, avrei dovuto essere più morbido. Pensiamo alla discesa di sabato, è meglio». Meglio, sì: anche perché Fill, che ha 23 anni, viene ormai da anni etichettato come la risposta italiana allo stesso Miller, l'atleta polivalente sul quale Azzurra deve puntare nel futuro. Solo che il futuro non arriva mai.