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Disciplinare, deferito Di Canio per il comportamento nel derby

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Nella motivazione si legge che pur «prescindendo da ogni interpretazione di carattere politico della gestualità», il comportamento di Di Canio «contrasta comunque con i principi di lealtà, correttezza e probità», richiamati all'articolo 1 del Codice di giustizia sportiva. Il provvedimento non è quindi legato al discusso saluto indirizzato alla Curva al termine della partita: l'Ufficio Indagini, dopo aver ascoltato il giocatore martedì 11 gennaio a Formello, ha infatti stabilito di non poter perseguire Di Canio per ragioni politiche. Il leader biancoceleste, nel corso del colloquio con gli esponenti della Federazione, ha spiegato che la gestualità era priva di connotazioni. Tra l'altro non c'è sequenza filmata che inchiodi il numero nove ma solo una serie di fotogrammi che non possono costituire motivo di colpevolezza. La Disciplinare ha quindi punito il giocatore per l'esultanza , per il comportamento tenuto all'interno del rettangolo verde e al momento della sostituzione con Inzaghi. Sul piede di guerra i tifosi e la Curva Nord: «È una vergogna, si doveva punire la strumentalizzazione del caso, non Di Canio. Ci chiediamo come mai altri giocatori non vengono puniti. Qualcuno dovrà pur spiegarcelo». Gli Irriducibili meditano di organizzare un'iniziativa simbolica per il loro idolo, mentre la società dovrà preparare la memoria difensiva in vista della convocazione davanti la Disciplinare (manca ancora la data ufficiale). L'attaccante rischia una sanzione di natura pecuniaria, una multa. Scongiurato il pericolo di una squalifica, avanzato nei giorni successivi alla stracittadina griffata dalla prodezza del numero nove biancoceleste. Numerosi erano stati anche gli interventi dei politici. Fab. Mar.

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