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La Roma difende Totti

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Resta la sospensione della gara per il fumo creato dai fumogeni, ma soprattutto resta l'espressione della delusione sul viso di Totti per essere stato insultato da un gruppo di tifosi che gli ha anche tirato una bottiglietta quando si è diretto sotto la curva per invitarli a smettere di lanciare i fumogeni. Restano le sue parole pronunciate dopo la gara. Frasi pesanti con cui ha condannato il comportamenti di quel gruppo di persone e che hanno messo in dubbio la sua permanenza nella Roma. Proprio in un periodo in cui la società dovrebbe cominciare a trattare con lui il rinnovo del contratto, al momento in scadenza nel giugno del 2006. Frasi pesanti quelle arrivate al capitano. «Vattene, noi siamo la Roma» e ancora: «Non ci servi». Oltre al lancio della bottigliette. «Francesco sa che quelli non sono i veri tifosi della Roma». Queste sono parole di Rosella Sensi, rilasciate al Roma Channel. L'amministratore delegato della società e il capitano giallorosso si sono sentiti nella mattinata di ieri. Un colloquio in cui Totti ha voluto precisare che la sua amarezza era rivolta esclusivamente a quel gruppo di tifosi che lo hanno ferito. Una ferita che non ha nulla a che fare con i programmi della società. «Capisco la sua amarezza perché lui è davvero attaccato a questa maglia e a questo club. Il suo è anche un senso di responsabilità perché i giocatori sono tutti informati di ogni mossa che compie la società, Totti sicuramente per primo». Rosella Sensi si è schierata al fianco del capitano e viceversa. Infatti in serata è arriva la reazione ufficiale del numero dieci, attraverso una breve nota. «Non posso che appoggiare anche questa volta la posizione espressa dalla società, nella determinazione della quale, tra l'altro, mi sento coinvolto, non solo come rappresentante della squadra ma anche azionista della società. Quanto allo sfogo che ho avuto a caldo vorrei non tornare sull'argomento, non ritenendo opportuno affrontare in pubblico l'amarezza che ho provato - come uomo, tifoso e professionista - ieri sera nel dover prendere atto che per alcuni individui non contano né bandiere né maglie ma solo ed esclusivamente l'istigazione alla violenza». Si diceva un episodio capitato in un momento particolare perché proprio in questo periodo tra giocatore e società potrebbero/dovrebbero cominciare le trattative per il rinnovo del contratto. Lui non ha mai fatto questioni di soldi, anzi. E proprio tutto il resto influisce sulla sua scelta. E il fatto di essere fatto oggetto di contestazioni non è una cosa che gioca in favore della Roma e di tutti i tifosi che lo vorrebbero a vita in giallorosso. Perché l'episodio di Siena non è neanche l'unico. Totti è stato contestato anche dopo la sconfitta con l'Udinese, per non parlare di un episodio simile successo dopo il derby di dieci giorni fa. E per uno che ha dedicato tutta la sua carriera alla Roma, nel bene e nel male, non può essere piacevole. Benché Totti, già nella serata di giovedì, avesse ritrovato un po' di serenità di sicuro c'è che quanto accaduto davanti alle telecamere due giorni fa (ma anche negli episodi precedenti), peserà sulla sua decisione finale. Il capitano per la stragrande maggioranza dei tifosi della Roma è sicuramente adorato e messo su un piedistallo. E questo gli è arrivato tramite rassicurazioni che qualche tifoso si è sentito di fargli direttamente subito dopo la partita di Siena. Resta comunque l'immagine di quanto accaduto al Franchi di Siena. Oltre alle offese riferite a Totti anche il lancio ripetutto di fumogeni che ha rischiato di mettere in pericolo il passaggio del turno in coppa, una cosa a cui i giocatori, la società e Del Neri tenevano tutti, per provare a raccogliere soddisfazioni oltre il campionato. «Il passaggio del turno per noi è stato importantissimo - continua Rosella Sensi - per la squadra e per la società. Ci vergognamo che tra i tifosi ci siano certe persone, che

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