Meoni, il saluto dei 4mila
E nel silenzio sono risuonate le parole d'addio della moglie Elena lette da padre Arturo Buresti, grande amico del campione scomparso. «Possa il nostro amore accompagnarci per l'eternità. Aiutami a crescere i nostri figli con tutto l'amore, la dedizione e la solarità che ti ha sempre contraddistinto. Sarai sempre vivo nei nostri cuori e il tuo ricordo ci aiuterà e ci allieterà per sempre». Questo l'ultimo messaggio affidato al consigliere spirituale durante la funzione funebre che si è svolta questo pomeriggio nella chiesa della Madonna del Rivaio a cento metri dall'abitazione di Fabrizio Meoni. E queste parole sono state accolte dallo scrosciante, commosso e prolungato applauso delle persone che hanno voluto dare l'estremo saluto al campione che se n'è andato sulle dune del deserto africano in quella che sarebbe stata comunque la sua ultima Dakar. Un intero paese si è stretto attorno alla famiglia Meoni. Lutto cittadino, negozi chiusi e bandiere a mezz'asta dappertutto. E prima c'era stata la commemorazione del campione durante il Consiglio provinciale di Arezzo. E tanta, tanta partecipazione popolare per un campione che - come ha detto il presidente della Federazione motociclistica italiana, Paolo Selvi - «pur non vedendo quasi mai la polvere degli avversari li rispettava sempre ed aveva un grande senso della giustizia e verrà ricordato sì per le sue imprese sportive, ma soprattutto per la sua umanità e per quello che ha fatto per i ragazzi d'Africa». Alla cerimonia funebre, celebrata dal parroco del Rivaio padre Antonio Airò, hanno partecipato il sottosegretario on. Grazia Sestini, gli onorevoli Rosy Bindi e Giuseppe Fanfani, il presidente della provincia Vincenzo Ceccarelli, l'intera municipalità castiglionese con in testa il sindaco Paolo Brandi, una rappresentanza degli organizzatori della Dakar e gli amici «motociclisti d'Africa».