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«Salvo solo Totti. Il resto è stato un pianto»

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«L'approccio alla partita ha fatto la differenza. Ma la squadra non può dipendere solo dal capitano»

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La Lazio è scesa in campo caricata a duemila. Ha giocato sulla provocazione. Ne è uscito fuori un derby che poteva sfociare in rissa, ed il rischio c'è stato. Ma capisco che Di Canio abbia avuto bisogno del suo momento di gloria. E mi sta anche bene. Non ce l'ho con lui, ma con i nostri: non hanno combattuto. Quelli avevano il fuoco, i nostri erano rimbambiti...». È profondamente deluso, e spietato, Carlo Verdone. L'attore romano e romanista sospende una riunione di sceneggiatura per parlare del derby. «In campo nessuno trovava nessuno: vagavano... De Rossi non l'ho mai visto così. Loro correvano, lottavano su ogni pallone, noi giocavamo sempre con grande sufficienza, con i soliti passaggetti...». Nell'analisi dei singoli Verdone salva solo Totti. Il peggiore? «Mi dispiace tanto, perchè sono un suo tifoso, ma è stato De Rossi: non ha fatto nulla di quello che sa fare. E mi ha fatto preoccupare anche Pelizzoli». Parlando di Totti invece, a Verdone s'intenerisce il tono di voce: «Lui lo difendo: ha preso legnate dall'inizio alla fine. Su di lui si sono accaniti, con falli da espulsione. Sono stati veramente cattivi nei suoi confronti. Ormai è il calciatore più picchiato d'Italia. Detto questo, anche lui è incappato in una giornata storta». Il problema è che non è la prima. Anche con la Juve il capitano non ha brillato. «Certamente ha delle discontinuità - ammette Verdone - Ma la Roma non può essere solo Totti. Ci deve essere anche chi raccoglie i suoi passaggi. Invece nella squadra c'è stata una debacle completa: tattica e mentale». L'approccio alla partita ha fatto la differenza. «Ma da come ci si era avvicinati al derby avevo capito che loro avrebbero giocato una partita molto dura. Ed infatti più che una partita di calcio è sembrato un match di pugilato: Di Canio contro Totti. Ma noi, niente... Un disastro». Il tifoso Verdone è amaro anche guardando al futuro: «Il problema vero è che quest'anno basta che manchi uno fra Totti, Cassano e Montella ed è un macello. A questo punto però è da rivedere Mido, e con qualche chilo in meno. Perchè deve giocare Corvia che ha 20 anni e non Mido che almeno di testa ci prende?». In compenso è "comprensivo" con Paolo Di Canio, i suoi sfottò e i suoi saluti romani. «È Di Canio... È fatto così... Ricordo che nel '96 andai a Glasgow a presentare un mio film. Sapeva benissimo che sono romanista, naturalmente, ma mi venne a trovare. Fu gentilissimo, portò mezza squadra alla proiezione del film, c'erano anche i Simple Minds... Era molto pacato. Ma poi rientra a Roma e ritorna Di Canio. Ma davvero, non ce l'ho con lui».

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