di LUIGI SALOMONE MANCANO due settimane al derby e la Lazio ancora non ha un allenatore.

Desolatamente.Perlomeno ieri il presidente Lotito ha ufficializzato l'esonero di Mimmo Caso che paga per tutti. Ma non è arrivata la fumata bianca sul tecnico che tenterà di salvare la Lazio dalla retrocessione. Bisogna riflettere, attendere, sperare che qualcuno abbassi le sue pretese economiche, che qualche altro ci ripensi. Insomma c'è solo una certezza: la confusione che accompagna da circa sei mesi le scelte della società. Tutti si aspettavano che, a quattro giorni dal tracollo di Udine, il trapasso fosse già compiuto con i saluti a un uomo, Mimmo Caso, degno del massimo rispetto per quanto fatto nel suo passato con la maglia della Lazio e l'annuncio del nuovo nocchiero. E, invece, sotto l'albero di Natale i tifosi biancocelesti troveranno ancora un punto interrogativo e la speranza che alcuni nomi che nelle ultime ore sono stati accostati alla Lazio restino solo scherzi di qualche consigliere fraudolento. Prima Scoglio, poi Maifredi, un tecnico che da nove anni è fuori dal grande giro. Per non parlare di Tardelli e Zenga. Ieri il presidente e il direttore sportivo si sono sforzati per far capire alla gente laziale che non è una questione di soldi, ma l'attesa rimane snervante senza che si capiscano le reali intenzioni della società. E soprattutto non c'è un progetto visto che si inseguono allenatori con caratteristiche completamente diverse. Oltretutto la riapertura del mercato di gennaio imporrebbe una velocizzazione di questa operazione per concertare con il nuovo allenatore i giocatori da inseguire per rinforzare la squadra. Il credito conquistato con i tifosi per il salvataggio estivo è scaduto. Non c'è più tempo da perdere, bisogna spendere oggi per non rischiare di ritrovarsi a giugno in una serie inferiore senza i soldi delle televisioni. Bisogna spendere adesso per evitare di ripetere un'altra scelta infelice come quella fatta per Caso. O meglio per risparmiare.