SOCIALISMO «Il socialismo nel calcio è ancora meno possibile che nella vita» (Mario Sconcerti).

ZONE «Incontrare Totti? No, non saprei cosa dirgli. Se mi mettessi a discutere con lui di Medio Oriente penserebbe che sto parlando di una zona del campo» (Di Canio). AVVOCATI «Vi assicuro, tenere testa dialetticamente ad uno spogliatoio con 30 principi del Foro ti forma» (Mario Somma, tecnico dell'Empoli che per due anni ha allenato la squadra degli avvocati di Latina). FUORIGIOCO Il "British Medical Journal" ha pubblicato i risultati di uno studio del medico spagnolo Francisco Belda Maruenda secondo il quale gli arbitri non hanno colpe quando sbagliano a fischiare un fuorigioco: «L'arbitro e i guardalinee devono tenere d'occhio almeno cinque elementi: due difensori, la palla e un minimo di due attaccanti, chi fa il passaggio e chi lo riceve. Spesso gli attaccanti sono di più. Il tempo minimo necessario al sistema nervoso per processare tutte queste informazioni è di 160 millesimi di secondo. Troppo per la velocità della palla e dei giocatori, anche perché il campo visivo può essere decisamente ampio e bisogna considerare se gli attaccanti sono attivi o passivi nel contesto dell'azione. Ecco perché si vedono tanti errori di giudizio, ed ecco perché l'arbitro dovrebbe essere aiutato dalla televisione. L'unico problema è economico: la tecnologia può essere applicata alle gare internazionali o alle prime divisioni nazionali, non certo al calcio semiprofessionistico o amatoriale. Da qui la mia convinzione che il fuorigioco dovrebbe essere abolito». ARBITRI «Trovo che gli arbitri facciano bella figura quando pensano solo a fischiare. Molto meno quando vogliono fare i protagonisti. Dovrebbero capire che i veri protagonisti siamo noi calciatori» (Pizarro). TUNNEL «Ciò che si sussurrava negli ambienti arbitrali pare una realtà appurata: Collina è entrato nel tunnel del fischietto, una patologia che lo costringe in ogni momento della sua vita ad arbitrare. Quando la mattina entra nel bar per fare colazione con gli amici chiede al barista di spostare il cappuccino a 9 metri e 15 dal punto di bevuta. Dal benzinaio, fa ripetere il pieno perché la macchina era in movimento» (Gene Gnocchi).