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di LUIGI SALOMONE È PARTITA l'era Martino.

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In una lunghissima conferenza stampa, con il presidente sempre al suo fianco, ha confermato la fiducia a Caso (per ora, già domenica sera ci dovrebbe essere il ribaltone con Camolese), ha annunciato un'autentica rivoluzione nel mercato di gennaio con la volontà di trattenere Giannichedda e di cedere uno tra Peruzzi e Sereni. Ma prima di ogni altra mossa sarà indispensabile ritrovare quella unione di intenti all'interno della squadra che è mancata finora: «Questa squadra va rimodellata per raggiungere gli obiettivi del presidente. Non ci potranno essere nel futuro della Lazio giocatori insoddisfatti o che guardano a quello che hanno fatto. Ci vuole gente che non solo ami la maglia, ma faccia dell'impegno e dell'umiltà i propri valori». Ha parlato chiaro Gabriele Martino che nei giorni scorsi ha firmato un contratto fino al 30 giugno del 2007. «Ai tifosi mi sento di dire che vorrei riuscire a creare una squadra della quale andare orgogliosi innanzitutto per l'impegno, poi speriamo anche per i risultati. Oggi la classifica purtroppo è quella che è, ma tre domeniche fa la squadra poteva anche essere più in alto. Purtroppo, però, ci sono state delle responsabilità collettive». Il capitolo realtivo all'allenatore è ancora ricco di dubbi e di incertezze. «A breve saremo chiari. Non ho mai avuto il compito di esonerare o confermare l'attuale tecnico - ha spiegato il diesse - anche perché mio compito è stato quello di fare una relazione. Ho capito la difficile situazione di Caso sul piano ambientale e tecnico. Gli ultimi risultati non sono molto incoraggianti, ma non ho conosciuto nessuno che da solo abbia vinto una guerra. Ho fatto valutazioni su tutto, dall'aspetto tattico a quello dei rapporti nello spogliatoio, e penso che non può essere una sconfitta a sollevare dall'incarico un professionista. E poi la conferma o l'esonero dell'allenatore non possono essere l'unico problema della Lazio... Udine è una trasferta importantissima per la Lazio in generale, non per Caso. Non fermiamoci al tema dell'allenatore. L'ambiente che ho trovato era poco sereno, invece ci vuole una grande collaborazione da parte di tutti per risolvere i problemi. Spero che da domenica prossima si veda questa unione». Poco dopo però c'è anche una battuta su Giancarlo Camolese, pronto ad accettare un contratto di sei mesi, indicato nelle ultime ore come il pi probabile successore di Caso soprattutto se a Udine arrivare l'ennesimo risultato negativo: «Conosco Camolese perchè ci ho lavorato e lui conosce bene l'ambiente Lazio. Ma non è l'unico a conoscerlo... L'allenatore ideale? Quello che sa trasmettere serenità alla squadra. Io ho esonerato un tecnico terzo in classifica ma ne ho confermato uno che aveva perso tante gare di seguito» Anche la squadra è in discussione. E non difficile immagine una vera e propria rivoluzione nel mercato di gennaio: «Bisognerà dimostrare con i fatti di essere e volere la Lazio. Se la squadra può fare a meno di uno tra Peruzzi e Sereni? Credo di sì. Giannichedda? Per i valori che ha non può non fare parte della Lazio del futuro». L'ultima riflessione e sulla sfida che attende questo dirigente venuto dal profondo sud con molte credenziali frutto dell'ottimo lavoro svolto con la Reggina: «Il mondo del pallone è stato costretto a tornare con i piedi sulla terra, uscendo da spese folli e ingaggi proibitivi. Adesso l'area tecnica può dimostrare ancora di più il proprio valore, nella formazione, nella ricerca dei giocatori e nel vivaio. Su questo terreno ho deciso di giocare la partita più esaltante e affascinante della mia carriera».

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