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OGGI L'INCONTRO CHE POTREBBE STABILIRE L'ACCORDO O LO SLITTAMENTO

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Lunedì prossimo la Federcalcio dovrà decidere se rinnovare per altri quattro anni la fiducia al presidente uscente Franco Carraro, o voltare ed affidarsi a Giancarlo Abete, attualmente vicepresidente vicario. Ma all'interno degli schieramenti le caselle non sono ancora tutte riempite e riposizionamenti possono avvenire fino all'ultimo momento. E in ballo c'è anche l'ipotesi, per ora avanzata solo da Zamparini e non formalizzata, di un rinvio in attesa di un accordo. Proprio in vista dell'importante appuntamento, oggi a Milano si riuniscono le sei componenti che compongono la Figc - lega di A e B, lega di C, dilettanti, giocatori, allenatori ed arbitri (questi ultimi da quest'anno con diritto di voto ma non di veto) - per cercare di capire se esiste la possibilità di superare le divergenze e giungere ad un accordo prima del 20. O se, invece, sarà meglio rinviare l'assemblea elettiva. Come del resto ha chiesto Maurizio Zamparini, con una lettera inviata al presidente della Lega professionisti Adriano Galliani. Nella missiva il numero uno del Palermo ha sottolineato il disagio suo - «e del gruppo che rappresento» - nell'andare al voto per decidere la guida della Figc in una situazione di scarsa coesione all'interno della Lega stessa. L'eventuale richiesta di posticipare l'assemblea di lunedì dovrebbe comunque essere avanzata da una o più delle componenti. Al momento nessuno dei due candidati potrebbe dirsi certo dell'elezione. Carraro ha dalla sua la Lega di A e B nonchè i dilettanti, mentre Abete è stato indicato da serie C, Associazione Calciatori ed allenatori. Il vantaggio di Abete in base alle dichiarazioni di voto è però solo apparente, perchè la realtà delle urne dovrà fare i conti con la novità contenuta nell'art.21 dello statuto federale, che regola il processo elettorale. Al punto 7 è stabilito che per essere eletto al primo scrutinio il candidato deve raccogliere non solo la maggioranza dei voti, ma anche un terzo dei consensi di ciascuna componente. Se dopo un massimo di quattro votazioni nessuno viene eletto, si insedia una Commissione elettorale che individua le candidature e a quel punto o le propone all'assemblea nella stessa riunione o la riconvoca entro 45 giorni. A questo punto per i candidati indicati all'unanimità è sufficiente la maggioranza semplice. Ieri, intanto, il presidente della Lega di C Macalli ha detto chiaramente che non sarà da lui che partirà una richiesta di rinvio, ma ha anche espresso dubbi sulla possibilità di raggiungere un accordo prima del 20 dicembre. La riunione di oggi dovrebbe servire esattamente a questo: a contarsi, a verificare se lunedì si andrà allo scontro o alla soluzione.

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