Le accuse del tecnico della Lazio di aver premeditato la contestazione rendono la frattura insanabile
Sabato mattina, prima della partenza per Udine, i sostenitori biancocelesti si presenteranno nel centro sportivo di Formello per ribadire il loro disappunto verso il mister di Eboli. I tifosi lo avevano già esonerato il giorno della sconfitta interna contro il Cagliari, ed anche sabato scorso, dopo aver sostenuto incessantemente una squadra sempre costretta a rincorrere, lo hanno ancora una volta invitato a lasciare la panchina della Lazio. Le dichiarazioni del dopo partita di Mimmo Caso hanno definitivamente rotto anche l'ultimo filo di speranza per poter rimettere in piedi una situazione già di per se trabballante: sabato notte, nella sala stampa dell'Olimpico, il tecnico aveva definito premeditata la contestazione subìta in prima persona e messa in atto dai tifosi biancocelesti nella partita persa contro la formazione sarda. Le parole dell'allenatore sono risuonate alle orecchie dei sostenitori come un'accusa, ed è per questo che giovedì pomeriggio si presenteranno a Formello pretendendo le scuse del tecnico. I tifosi non vogliono perdere altro tempo: la frattura è insanabile, la situazione ingestibile, e quel che più conta, la classifica della squadra inizia a far paura. Una sola vittoria negli ultimi undici incontri ufficiali della squadra sono la sintesi di un periodo decisamente negativo. In campionato la formazione guidata da Caso ha ottenuto soltanto dieci punti nelle ultime dodici partite disputate: una crisi di risultati profonda che ha proiettato la Lazio nei bassifondi della classifica. Senza contare l'eliminazione in coppa Uefa e la sconfitta con il Cagliari che ha parzialmente compromesso il cammino anche in coppa Italia. A difendere l'allenatore resta soltanto Lotito, ma quella del presidente sembrerebbe una difesa a tempo. Il patron laziale sta tenendo fede ad una promessa fatta all'inizio di agosto quando la società, in piena emergenza, decise di puntare sull'ex capitano dei -9. Lotito è un uomo di parola. E mantenendo l'impegno preso con Caso non tirerà le somme prima della sosta natalizia. Sarà necessario un armistizio con la piazza per consentire alla squadra di lavorare nel migliore dei modi nell'ultima settimana prima delle festività natalizie. La partita contro l'Udinese rappresenta una tappa fondamentale in questo delicato momento della stagione: contro i friulani sarà necessario portare a casa un risultato positivo per impinguare una classifica avara di punti e preparare senza troppe pressioni un derby di per sè carico di mille significati. Nelle prossime ore il presidente potrebbe convocare a Villa San Sebastiano il direttore sportivo Gabriele Martino: i due analizzeranno la situazione prima di prendere qualsiasi tipo di decisione, ma l'addio a Caso sembra una pagina già scritta. Troppi i capi di imputazione sulla testa del tecnico laziale, reo di non aver mai cercato un rapporto diretto con la squadra, colpevole di non aver coinvolto nel progetto l'intero staff tecnico, accusato di aver spinto - con il suo atteggiamento - lo spogliatoio verso l'autogestione. Non è un mistero che sabato notte nell'intervallo della sfida con il Lecce, siano stati i giocatori a decidere la strategia da adottare per recuperare una partita che sembrava già persa. In silenzio, in un angolo dello stanzone, Caso cercava le risposte di un'esperienza fallimentare.