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RUDI Voeller giocatore, dirigente, allenatore.

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Tornato in Germania dopo la breve e infelice parentesi da allenatore della Roma, il tedesco è tornato a parlare della sua permanenza sulla panchina giallorossa. Cinque sole partite ufficiali dirette, con tre sconfitte, un pareggio e una vittoria. Neanche un mese in sella, in quei ventisei giorni da annoverare tra i più tormentati di questa difficile stagione romanista. «Non ho voluto prestare ascolto ai segnali che mi dicevano di non accettare l'incarico». Non affonda ulteriormente, riferendosi in maniera concreta ai consigli di Reiner Calmund e dello stato maggiore del Bayer Leverkusen. Voeller è stato nominato ambasciatore della coppa del mondo dal comitato organizzatore dei mondiali 2006 e durante una conferenza stampa a cura del comitato organizzatore della manifestazione, ha anche ribadito i motivi che lo spinsero a lasciare la nazionale tedesca nonostante il suo contratto scadesse nel 2006. «Ho fatto la scelta migliore — ha detto ad Amburgo l'ex tedesco volante — molte delle decisioni prese adesso da Klinsmann e molti dei cambiamenti avvenuti sarebbero stati di difficile realizzazione se sulla panchina fossi rimasto io». Dar. Ber.

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