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INTANTO IL 24 GENNAIO IL CASO MEXES SARÀ ESAMINATO DAL TAS

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Lui che di campioni ne ha allenati molti. Lui che l'alternanza tra bastone e carota la considera una voce del suo stipendio. «Cassano ha avuto un'infanzia difficile, con tanti problemi e noi dobbiamo essere bravi a giustificarlo e capirlo in certi casi. Anche se so che è difficile per un allenatore far finta di niente, perché lui è uno che manda tutti a quel paese — prosegue Mazzone ai microfoni di Rete Sport — ma un allenatore deve girarsi dall'altra parte. Altrimenti si creano i presupposti per uno scontro». Poi Mazzone elogia Capello per la gestione del gioiello barese. «Ho apprezzato molto come si comportava con Cassano da questo punto di vista. Perché Capello è un orgoglioso. Ho visto molte volte che il giocatore lo mandava a quel paese e lui faceva finta di nulla». Sotto il profilo tecnico Cassano non si discute. Tutti d'accordo. Ma per il tecnico trasteverino la strada giusta da percorrere è quella della comprensione. «Va accarezzato e capito perché è cresciuto in un contesto particolare, come è accaduto a molti. Soprattutto a uno come me, nato in anni difficili». Roma è l'ambiente giusto per farlo crescere? Mazzone non ha dubbi. «Dico di sì. Al nord sono molto più rigidi, nella Capitale siamo più comprensivi». Intanto, a tre giorni dal posticipo con la Sampdoria di domenica prossima, potrebbe slittare il rientro di Mexes (a proposito del francese il 24 gennaio il Tas prenderà in esame il caso) Mido, ancora alle prese con la fisioterapia per smaltire i guai muscolari degli scorsi giorni. Formazione quasi obbligata quella di del Neri. Fiducia al 3-4-3, con Aquilani a rilevare De Rossi squalificato, unica novità rispetto alla vittoriosa trasferta di Siena.

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