Resta solo la lotta per il terzo posto tra la Renault e la Bar-Honda
Schumacher ha costruito la sua vittoria, che assume l'aspetto di una fuga, nelle battute iniziali del Gran Premio, quando, partito con i serbatoi quasi vuoti, ha preso immediatamente il largo. Poi, gli unici rischi li avrebbe corsi in alcuni doppiaggi. Dal canto suo, Barrichello, con una strategia diversa, due pit-stop invece di tre, non è riuscito neppure lontanamente ad impensierire il fuoriclasse tedesco. Lui le tenta tutte per diminuire il divario che lo separa dal suo capitano, ma i fatti continuano a dire che fra i due c'è un abisso. Il gran Premio d'Europa ha inoltre confermato che la Renault e la Bar-Honda meritano di essere considerate le forze nuove della Formula 1, in particolare la scuderia francese che occupa il secondo posto nella classifica costruttori con un margine sempre più ampio nei confronti del team anglo-giapponese e di ciò va dato merito ai suoi piloti. Con un Trulli, più di Alonso, capace di capitalizzare al meglio il potenziale della vettura di cui dispone. Nella lotta per il terzo posto, considerando improbabile l'inseguimento a Barrichello, sono destinati ad essere protagonisti proprio il consistente Trulli e Button, ieri ancora una volta capace di salire sul podio. Alonso, invece, ha sprecato troppo, tanto ad essere preceduto nella graduatoria iridata, sia pure di un solo punto, da Montoya. L'altro pilota della Bar, l'aggressivo giapponese Sato, tradito per la seconda volta consecutiva dal motore, si segnala pr la sua coraggiosa irruenza, spesso eccessiva, tanto da farli gettare al vento quanto di buono si costruisce nel corso delle gare. A proposito di piloti, una citazione particolare merita Giancarlo Fisichella, che, scattato dalla penultima fila, è stato premiato da un ottimo sesto posto. La sua è stata una corsa difficile, tesa ad ottimizzare il rendimento della Sauber con soli due pit-stop, dei quali il primo effettuato più tardi di tutti in quanto aveva preso il via con il pieno di benzina: una scelta che paga solo se il pilota è in grado di esprimere una rara sensibilità di guida, in modo da non deteriorare le gomme e non affaticare troppo i freni. In questo contesto, non trova fine la crisi della Williams-BMW e della McLaren-Mercedes. La prima, sempre ansimante, ha visto la gara rovinata dal contatto alla prima curva fra i suoi prodi piloti. La seconda, invece, è andata incontro all'ennesima brutta figura provocata dal cedimento dei motori di Coulthard e di Raikkonen e così adesso si ritrova con appena 5 miseri punti in classifica, preceduta persino dalla Sauber.