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di STEFANO CARINA LA VITTORIA del cuore.

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Alla vigilia del match ogni giocatore della nostra nazionale sapeva che non si poteva sbagliare. I ragazzi di Gentile sono quindi scesi in campo decisi, attenti a non farsi sorprendere in avvio di partita, come successo due giorni fa con la Bielorussia. Per tutta la prima mezz'ora la gara è caratterizzata dal tentativo dei ìnostri" di fare la partita, con un ottimo De Rossi sulla linea mediana, sempre pronto a rompere l'azione avversaria ed a far ripartire i compagni. Gilardino invece è nervoso, non trova sbocchi e per uno stupido calcio ad un pallone a gioco fermo, si prende un cartellino giallo, che sommato a quello preso nella prima partita, non gli permetterà di giocare il prossimo impegno contro la Croazia. Azioni abbastanza confusionarie che per poco o nulla non riescono a liberare gli azzurri al tiro, caratterizzano i primi trenta minuti di gioco. Al 30' però c'è la svolta della gara: Gilardino va a prendersi un pallone sulla trequarti, gira a destra per l'accorrente Mesto. Il laterale reggino è abile a crossare in mezzo, dove Sculli, forse in fuorigioco, non lascia scampo a Disjenkovic. All'inizio del secondo tempo, Petrovic gioca la carta della seconda punta, inserendo il temibile Lazovic, al posto di un evanescente Milovanovic. La Serbia acquista di peso in avanti, pur non impensierendo troppo la difesa azzurra. E' invece l'Italia a far male: De Rossi trova il corridoio per Gilardino, cross basso per Sculli, che anche questa volta non perdona. Nel finale accorcia Vukcevic con un tiro dai venti metri che sorprende Amelia.

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