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Trapattoni prova il tandem giallorosso nel tridente offensivo insieme a Vieri

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Fermo Fiore alle prese con un indolenzimento muscolare che gli compromette al disponibilità domenica a Tunisi, Trapattoni ha schierato da una parte Buffon tra i pali; Oddo, Cannavaro, Materazzi e Zambrotta in difesa; Perrotta e Gattuso a centrocampo; Totti, Vieri, Cassano in attacco. Dall'altra Toldo portiere; Panucci, Nesta, Ferrari in difesa; Zanetti e Pirlo a centrocampo; Camoranesi e Del Piero sulle fasce; Di Vaio e Corradi in attacco. Dopo aver preso parte al riscaldamento niente partitella neanche per Favalli. Intanto Fabio Cannavaro prova ad aprire uno squarcio di azzurro anche tra le sua rabbia personale: «Le illazioni su un mio possibile taglio mi hanno ferito, come uomo prima che come calciatore», dice il capitano della nazionale. Alle prese da 18 mesi con i postumi di una microfrattura da stress ricomposta, ma con infiammazione inevitabile, Fabio Cannavaro ha rappresentato dal primo giorno di raduno azzurro l'incognita maggiore per Trapattoni, sotto il profilo fisico. Ma quando il riposo precauzionale di fronte a un test ha provocato ipotesi su possibili ritorni a casa, il capitano azzurro se l'è presa sul serio. E non solo cantando il pezzo di Paolo Conte in coro con tutti gli altri nazionali, sotto la direzione d'orchestra di Gianni Morandi. «Ahia, come mi fa male la tibia...», ironizzava Cannavaro durante la foto ufficiale. E ieri ha dato sfogo alla sua delusione. «Il taglio? E di chi?....Sono stato dieci giorni alla Pinetina per allenarmi in vista del Portogallo - ha raccontato il difensore - e ho saltato le vacanze. Sono arrivato in ritiro bianco in volto, e nessuno ha detto nulla. Poi ho saltato un semplice test, e giù di tutto. Una situazione che mi ha ferito, come uomo prima che come calciatore». Neanche l'insistenza di Trapattoni per far tornare Paolo Maldini in azzurro («lui e Nesta sono la miglior coppia centrale», aveva detto il ct) lo aveva messo così di cattivo umore. «Era giusto insistere - dice l'interista - Anche io ho parlato con Paolo. Quando lui c'era, giocavamo a tre in difesa...Un suo ritorno non avrebbe significato necessariamente la mia esclusione». Cannavaro ha poi raccontato la convivenza con il dolore. «Mi porto dietro questo problema fisico da un anno e mezzo - ha detto - L'unica soluzione sarebbe fermarsi per tre mesi: non mi sembra il caso. Preferisco lavorare il doppio degli altri e stringere i denti: devo sempre tenere sotto controllo la gamba, ma l'ho fatto per tutta la stagione: anche con l'Inter, campionato e Uefa, ho giocato ogni tre giorni. Non vedo perchè non dovrei farcela all'Europeo ogni 4, e perchè mollare ora». Il riferimento è a una nazionale che Cannavaro, dopo tanti anni, ha trovato diversa. «Sono da tanti anni in nazionale, e non ho mai visto un ambiente così sereno ha Il gruppo ha capito gli errori. Al Mondiale siamo stati un po' farfalloni: non ci interessava di allenamenti leggeri, sottovalutavamo alcuni aspetti. Ora ci siamo dati delle regole, abbiamo parlato con il ct, accettiamo allenamenti intensi». Niente divisioni, a sentire Cannavaro, come fu in Giappone tra il gruppo Totti e il gruppo di veterani. I quali oggi sono probabilmente alla loro chance finale: «Molti di noi sono all'ultimo Europeo: sappiamo che o vinciamo oggi, o mai più». Un po' come all'Inter, alla quale Cannavaro promette analoga fedeltà: «Capello alla Juve è un colpo, complimenti e auguri: l'Inter ha Zaccheroni, resta anche se dipende da lui. Io piaccio a Capello? Niente può cambiare il mio destino».

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