di GIANFRANCO GIUBILO TROPPO presto per avventurarsi in previsioni su quelle che saranno ...
Certo, difficile pensare che la dimensione possa essere la stessa, se dobbiamo accordare fiducia agli attuali strumenti di indagine, molto più efficaci e sofisticati di quelli di allora, quando perfino le eventuali intercettazioni telefoniche erano un po' artigianali. Dunque, si è arrivati a un coinvolgimento arbitrale decodificando, con un'abilità che avrebbe fatto impallidire James Bond, riuscendo a stabilire che le espressioni usate dagli indagati, «uomo nero» e «guardiano» indicassero un direttore di gara e un suo collaboratore. E chi lo avrebbe mai immaginato, senza il soccorso della scienza? Lasciamo da parte «il santone» e «il bello», quest'ultimo facilmente individuabile, ma i termini scelti per gli ufficiali di gara sembrano veramente frutto di una mente diabolica. Fuori dallo scherzo, un'organizzazione spionistica che si fosse affidata alle stesse risorse avrebbe condotto i suoi affiliati davanti al plotone di esecuzione nel giro di un paio d'ore. Siamo chiaramente al cospetto di una banda di rubagalline, se il termine non risultasse offensivo per un poveraccio a caccia di un pollaio per sfamare la famigliola. Ma forse è un dato ancor più allarmante, che conferma come anche i milionari del calcio possono essere attratti a un codice di comportamento molto poco onorevole anche in presenza di ritorni economici di basso profilo. Di realmente basso, c'è soltanto l'indice di valori morali, un dato che invita a doverose riflessioni. Galacticos Con cinque sconfitte a seguire e l'ultima, pesante umiliazione interna, il Real Madrid vivrà una triste estate, i preliminari di Champions League anziché i viaggi in Oriente pagati a peso d'oro. Tempi grami, per i galacticos, però non è detto che il peggio sia passato. Nella trattativa per avere Morientes, la Juventus si sarebbe detta disposta a trasferire alla «Casa blanca» i suoi pilastri difensivi Juliano e Montero, reduci, si sa, da stagione strepitose. Non so se anche in Spagna il proverbio «le disgrazie non vengono mai sole» abbia una sua valenza. Il colonnello Impegnato in una campagna moralistica dettata da biechi interessi commerciali, Joseph Blatter ne è uscito con le ossa rotte. Ha dovuto revocare la penalizzazione di sei punti inflitta al Camerun per la faccenda dei body, perché i voti dei Paesi africani valgono più delle questioni di principio. Difficili da spiegare, queste, per il colonnello svizzero che il body lo avrebbe preteso invece per le calciatrici, un atteggiamento da caserma, come del resto vuole il suo grado. Quando tutto il mondo ha capito che la sua vendetta era dettata da mere questioni di concorrenza tra un marchio sportivo gradito e un altro non ben visto dalla Fifa, Blatter si è rimangiato tutto. Come se, in carriera, non avesse fatto collezione di brutte figure in maniera sufficiente.