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I politici: «Salviamo la Lazio»

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L'appello tanto atteso è arrivato: ieri, prima da parte del Comune, poi dagli ambienti vicini alla Regione e infine dalla Provincia. «Salviamo la Lazio», questo il senso d'un messaggio che ora deve far breccia nell'imprenditoria locale. Si parte dall'incontro di ieri in Campidoglio: Veltroni ha convocato Longo e Masoni dopo la petizione via-Internet dei tifosi biancocelesti. Cinquemila firme, un appello accorato che celava dissenso per il silenzio, reputato colpevole, dei politici romani sulla vicenda-Lazio. Il sindaco ha voluto dare un segnale: «Stiamo portando avanti il discorso relativo alla cittadella dello sport, che contemplerà una parte prettamente sportiva e una di indirizzo commerciale, e siamo pronti a incontrare il presidente della camera di commercio e gli industriali capitolini per sensibilizzarli e spingerli a investire nella società. La città vuole che la Lazio si iscriva al prossimo campionato e che risolva i problemi economici». Il summit ci sarà nella prossima settimana, in coincidenza con l'avvio dell'aumento di capitale da 188 milioni. Veltroni non risparmia una frecciata polemica nei confronti di qualche socio troppo silenzioso: «Chi si è fatto le foto nei momenti belli rimanga vicino al club, non l'abbandoni proprio ora». La società ascolta e aspetta almeno un segnale da Ricucci e Ligresti, testimonial del precedente aumento di capitale e oggi omertosi osservatori del pianeta-Lazio. L'ad Masoni è lapidario: «Mancano poche ore al via ufficiale dell'aumento di capitale, chi deve sciogliere le riserve lo farà». Al Campidoglio Longo-Masoni-Veltroni fanno coraggio a un progetto destinato a scorgere la luce in mezzo a mille traversie. Il presidente è fiducioso: «Abbiamo redatto un piano industriale che nell'arco di tre anni porterà in attivo i conti: chi vuole investire può farlo senza tentennamenti. Cessioni? Abbiamo promesso che allestiremo una squadra competitiva e manterremo la parola data. Anche perché ci sono tutte le premesse affiché la ricapitalizzazione vada in porto». La Borsa ha intanto ufficializzato che, da lunedì, il titolo tornerà alle contrattazioni. Masoni annuisce: «È in linea con le informazioni che avevamo ricevuto nei giorni scorsi e inserito nel prospetto informativo: da lunedì si tratteranno i diritti d'opzione». Quindi la Lazio ci prova. E in serata è arrivato anche il segnale di Gasbarra, cioè della Provincia: nella prossima settimana summit con l'Ad biancoceleste proprio per dare impulso all'iniziativa di Veltroni. Il piano di risanamento passa quindi per il coinvolgimento di un investitore capace di rilevare almeno il 20%: altrimenti si cercherà di assemblarne 4-5 con la speranza di immettere forze fresche in cassaforte. Per questo, dopo il nome di Claudio Lotito, titolare di alcune imprese di pulizie, è spuntato ieri quello di Massimo Tabacchiera, presidente dell'Ama. Il lavoro del management è assecondato da «Lazionista», che lavora per supportare lo sforzo organizzativo chiamato a garantire un futuro alla società. L'associazione ha praticamente definito il discorso relativo alla fiduciaria: si partirà nella prossima settimana. Difficile il percorso che porta a una sinergia col sistema creditizio, anche se ora si tenta un compromesso con Banca Intesa. Il 5 giugno «Lazionista» sarà a Ceccano per sviluppare la sinergia con il coordimento dei club, il 10 giugno grande convention al Teatro Olimpico. Si fa sul serio, come sottolinea uno dei soci fondatori Fabio Di Marziantonio, esponente della Polisportiva e della Fondazione. «Siamo pronti a partire e abbiamo la rabbia dei laziali capaci di superare l'isolamento e ogni difficoltà contingente». Anche gli Irriducibili sono pronti a dare un contributo concreto all'associazione, e l'Apa continua a lavorare parallelamente. La gente, insomma, è schierata con la Lazio. I giocatori anche: pronto il documento-quadro per la conversione di stipendi in azioni da presentare alla società. Si attendono 15 firme complessive per la fumata bianca. La cordata di San Marino annuncia

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