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di FRANCO BOVAIO AL Millennium Stadium di Cardiff oggi (ore 16.

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Una piccola squadra di quartiere di Londra, il Millwall, contenderà al ricco Manchester United la Coppa d'Inghilterra (FA Cup), trofeo che per tradizione nell'Isola conta più del campionato. Se a vincere sarà il mito planetario Manchester tutto rientrerà nella norma; se invece toccherà ai londinesi domani la stampa parlerà di miracolo. Il Millwall, infatti, non gioca in Premier League, ma in First Division (la nostra serie B) ed è arrivato in finale anche grazie ad alcuni sorteggi fortunati che gli hanno fatto incontrare Walsall, Telford, Burnley, Tranmere e Sunderland, ovvero neppure un club di Premier League. Ma la storia è bella lo stesso e merita di essere raccontata, anche perchè stiamo parlando di una piccola società di quella South London che odora di porto, è piena di sfasciacarrozze e depositi di gomme e di un proletariato che si identifica nella sua squadra come pochi altri. I supporters del Millwall sono tra i più duri e violenti del calcio d'oltremanica ed oggi, tra il timore generale, si recheranno in massa in Galles (il mitico Wembley teatro delle finali di Coppa è in rifacimento) portandosi appresso tutta l'aria di chi viene dal New Den, uno stadio in cui nessun avversario va mai tanto volentieri. Come se non bastasse, a guidare il Millwall è un allenatore-calciatore tra i più odiati d'Inghilterra: Dennis Wise, già noto come il duro del Wimbledon che vinse la coppa contro il grande Liverpool. Insomma, uno che sa come si realizzano i miracoli calcistici. Con lui in panchina una vecchia conoscenza del nostro calcio, Ray Wilkins, centrocampista del Milan di metà anni '80. Dall'altra parte il mito United, squadra-business del calcio mondiale ma reduce da un'annata nerissima e, dunque, alla ricerca della sua consolazione in quella vittoria in Coppa che sarebbe l'undicesima. Per il Millwall, invece, sarebbe la prima, che avrebbe il sapore della leggenda e il gusto dello sgarbo fatto a chi si sente sempre primo della classe.

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