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Euro 2004 Dopo le convocazioni le critiche Il ct replica a muso duro e difende le sue scelte

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Il giorno dopo le convocazioni per Euro 2004, è un vespaio di polemiche solo a leggere le prime pagine di alcuni quotidiani che avrebbero voluto un'altra Italia. Ma l'Italia è e sarà quella disegnata dal Trap che non sembra guardare in faccia nessuno. Difende le sue scelte, si sbraccia, gesticola, il ct, durante la conferenza di ieri mattina nella sala stampa dell'Olimpico accanto al presidente del Club Italia, Giancarlo Abete, e a Innocenzo Mazzini, capodelegazione in Portogallo. La lista dei 23 diramata martedì, ha fatto discutere, senza i tanto acclamati Baggio e Gilardino, ma con Di Vaio e soprattutto Del Piero reduci da una stagione in chiaro scuro. Spalle al muro, costretto a difendersi prima di cominciare. Trapattoni non si tira indietro, mette la faccia per spiegare i motivi che lo hanno indotto a varare la sua Italia. E si comincia da Gilardino. «Gilardino ha grandi qualità - dice il Trap - e avrà tempo per trovare il suo spazio anche perché quando lui stava per sbocciare noi ci qualificavamo per il Portogallo con un progetto. Anche Hubner due anni fa era vicecapocannoniere, ma non si può vivere sull'onda dell'entusiasmo degli ultimi mesi. E poi, come si fa a portare agli Europei un esordiente. Quella sì che sarebbe stata veramente "roba da matti". Gilardino è un punto fermo dell'Under 21. Sarebbe un delitto toglierlo a Gentile per portarlo in Portogallo e magari non lo utilizzo». Trapattoni si scioglie. Si tocca la cravatta, a volte mette il dito nell'orecchio, quasi a non voler sentire gli spifferi che già cominciano ad attraversare la porta di casa Italia. «Se poi vogliamo entrare nello specifico - precisa Trapattoni - un giocatore che ha le caratteristiche di Gilardino, ce l'ho, ed è Cassano. Magari salta poco di testa, ma coi piedi... Cassano è un'alternativa importante in vari ruoli. Può giocare dietro la punta come Totti, ma può giocare anche a sinistra dell'attacco, dove l'ho già impiegato, e nella Roma a volte ha fatto anche la punta di ruolo. E se proprio volete saperlo, il valore aggiunto di questa Nazionale sarà proprio il barese, uno dei pochi che può entrare e cambiare il corso di una partita». E non lo preoccupano neppure le "cassanate". Ho parlato con lui, sa cosa gli chiedo dal lato caratteriale». E a sentirlo parlare viene da pensare che il vero anti Del Piero è proprio il talento romanista. Trap non fa una grinza. «Giocherà chi è più in forma. Alessandro sta bene, ha già giocato dopo l'infortunio. E poi non lo posso escludere a priori anche perché merita di far parte di questo gruppo». È rammaricato, Trapattoni, di non aver potuto chiamare Inzaghi. «Quando l'ho chiamato per comunicargli che non sarebbe venuto con noi, piangeva. Ma non potevo fare altrimenti. Magari avesse giocato qualche scampolo di partita sul finale di campionato, ci avrei pensato, ma senza un minuto nella gambe, cosa potevo fare?». Lapidario su Baggio e Maldini. «Paolo mi ha detto no definitivamente a fine campionato. Non potevo fare nulla. Quanto a Baggio, dico solo che in questi mesi abbiamo lavorato ad un progetto, e nel ruolo di Roberto erano già altri i candidati. Ho scelto invece Peruzzi perché mi dà sicurezza. In tutto ho fatto di testa mia, senza subire pressioni, da parte di nessuno. Tutte le scelte le ho fatte liberamente e di testa mia. Penso che questa sia la nazionale migliore. Io non sono quel marito che per dispetto alla moglie...». Trapattoni è lanciato. Punterà su Totti, il suo gioiello, sui gol di Vieri. Avanti con il modulo Real. «Francesco è maturato tantissimo. Ai Mondiali non era in condizione, adesso invece è il faro del gruppo. Spetta a lui prendere l'Italia per mano. Può essere il suo Europeo. Vieri è una garanzia». Totti-Vieri, con la voglia di tornare vincitori. «Beh, andiamo in Portogallo con quell'obiettivo. Aggiungo solo che tutti noi abbiamo tanta voglia di far bene. E di vincere». Parola di Trap, soprattutto per mettere tutti d'accordo.

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