di TIZIANO CARMELLINI PER giocare l'ultimo squarcio di campionato Capello porta a Genova ...
Otto i giovani convocati, undici i titolari che non saranno oggi a Marassi. Una partita che non deve dir nulla a nessuno che servirà a salutarsi e poter poi iniziare a pensare davvero al futuro. Già, il futuro e quello di Capello non sembra più così certo. Il tecnico giallorosso nella conferenza stampa di rito del pre-partita non ha fatto sconti alla Roma. «Hanno scritto — attacca Capello — che avrei detto di voler restare per vincere. Non è vero, ho solo detto di avere un altro anno di contratto e di voler parlare con Sensi. In settimana ci incontreremo con il presidente e Baldini e faremo tutte le valutazioni. Ho un altro anno di contratto, vedremo». Come dire: resto, ma vediamo per fare cosa e con quali progetti. Non è un ultimatum alla Totti, ma sembra piuttosto un appello alla società, a Sensi, perché faccia chiarezza sul futuro della Roma. Il bilancio per il passato, almeno quello di Capello, è positivo. «Otto alla Roma, anche se avrei preferito chiudere in altra maniera. La maglia va rispettata fino alla fin. Io accetto che i miei abbiano già altre cose per la testa a questo punto della stagione, ma avrei voluto giocarmela fino alla fine. Comunque va bene anche così, avevamo come obiettivo prioritario il campionato e arrivare secondi e comunque un risultato che vale: per la società perché a livello economico ci sono gli incassi della sicura partecipazione alla Champions». Il bilancio resta positivo anche guardano ai cinque anni che lo hanno visto alla guida della Roma e che hanno un solo grande rimpianto. «Sì, — spiega Capello — il 2-2 di Venezia del campionato di due anni fa, un risultato inaccettabile dopo che avevo messo in guardia la squadra sull'importanza di quel match. Tutto il resto ci può stare. Società squadra e presidente: insieme abbiamo fatto tutti molto bene. Con un primo posto e due secondi, risultati che chiunque firmerebbe per ripetere». Il pensiero è già al futuro e agli uomini che il prossimo anno potrebbe non avere più con lui: vedi Emerson che sembrerebbe a un passo dalla Juve. La cosa non sorprenderebbe Capello. «Nel mondo del calcio si guarda ormai ai problemi finanziari. Ognuno va dove vuole. Non ci sono più le bandiere, l'unica rimasta è Maldini, poi le altre possono anche essere cedute. Guardare Nesta. Ormai le bandiere non possono essere trattenute». Totti è una bandiera da trattenere? «Mi sembra di essere stato chiaro. E poi è una domanda per la società». Chiusura sul botta e risposta Sensi-Galliani al Consiglio di Lega: Capello fa spallucce, ma si schiera, ovviamente, dalla parte della Roma. «L'ho saputo solo oggi. Il nostro è un presidente vulcanico che vuol bene alla squadra. I diritti tv? Quella mi sembra una battaglia giusta, sono con la società perché lo spettacolo che dà la Roma quando gioca va pagato». E non provate a dire a Capello che quest'anno si è chiuso un ciclo. «No anzi, i cicli si chiudono quando le cose non vanno bene: diciamo che si continua così».