Cunego, uno show colorato di rosa
Simoni tenta vanamente la fuga, poi cede la vetta della classifica al compagno
Nuovissima, se consideriamo che il veronese ha soltanto 22 anni, tutta una vita sportiva davanti, e che promette di regalarci un decennio di gioie e soddisfazioni. La Saeco ha corso una volta di più in maniera perfetta. La salita verso il Santuario non era affatto ardua, si pedalava bene nella pancia del gruppo, ma era inevitabile che, dopo 200 chilometri di tappa (vissuti interamente su una fuga a lunga gittata animata da Bertogliati, Strazzer, Gobbi, Righi, Aebersold e Mazzanti), già sulle prime rampe del Monte il forcing condotto dalle squadre interessate a rendere la corsa dura provocasse una certa selezione. Non hanno tardato molto a staccarsi i velocisti, compreso Petacchi; ma anche Rebellin, atteso come possibile vincitore, ha deluso e ha perso presto le ruote dei migliori. Lì davanti l'andatura imposta dalla Saeco, poi dalla Vini Caldirola e dalla Panaria, dissuadeva anche i più impavidi dal provare a scattare. Eppure qualcuno che trovava il coraggio per tentare l'evasione c'era. E non l'ultimo della compagnia, ma proprio il primo: Gilberto Simoni. La maglia rosa ha inscenato un primo allungo non appena le rampe si sono fatte un tantino meno soffici; ma immediata, ed efficace, è stata la risposta di Garzelli, primo indiziato a essere l'obiettivo delle sfuriate del trentino. Simoni ci ha riprovato, Garzelli gli ha risposto ancora. Ma con un po' più di affanno. Le pendenze non erano comunque tali da prefigurare la possibilità di dare distacchi agli uomini di classifica, quindi Simoni ha cambiato tattica, e ha messo davanti al gruppo il fido Mazzoleni, per tirare un po' il collo ai rivali. La tattica della Saeco si è rivelata ottima: tanto più che Cunego si è messo a mo' di terzino sulle caviglie di Figueras, altro protagonista atteso. E ogni volta che il napoletano, pungolato dallo stimolo di correre a due passi da casa (e supportato dal bravo Sella, altro giovane interessante), allungava, Cunego era sempre lì alla sua ruota a smorzarne gli entusiasmi: e questa scena si è ripetuta per ben tre volte prima che il traguardo fosse abbastanza vicino dal predisporre gli animi alla volata. Nel gruppo dei migliori erano rimasti in 20, più o meno, a giocarsi il successo di tappa. Tra tutti, riservato ma presente, spiccava McGee, veloce e insidioso. E infatti proprio l'australiano si è lanciato nel tentativo di anticipare tutti, ma Cunego è stato ancora una volta il più sveglio, e gli si è messo alle costole per poi superarlo a poche decine di metri dal traguardo. Un Figueras un po' svuotato dai vani scatti precedenti si faceva soffiare il terzo posto dal rimontante (anche in classifica) Pellizotti, mentre a 3" dai primi Garzelli precedeva Simoni di poco.In graduatoria, se pure c'è stato il ribaltone targato Saeco, la situazione è più che mai fluida: i big sono tutti molto vicini. Garzelli, ottavo, è a 1'15" da Cunego. Popovych è quarto a 31", e dà l'impressione di crescere bene: naviga nell'ombra ma non perde un colpo. Fa bene Simoni (che resta comunque il favorito di riferimento) a diffidare dell'ucraino. Da segnalare, infine, i 44 controlli ematici effettuati ieri mattina (tra gli altri a Simoni, Cunego, Garzelli): tutti in regola. Bene così.