All'Olimpico arriva il Modena (ore 15, Sky1) L'olandese saluta: prima voglio il quarto posto
Poi le strade si separeranno: il campione passa, ma la professionalità dell'uomo resterà d'esempio per tutti. «Poteva essere una stagione migliore - ha dichiarato il difensore olandese - eravamo partiti per ottenere la qualificazione in Champions, ma c'è ancora una piccola speranza: purtroppo non dipende soltanto da noi, ma soprattutto dai risultati di Inter e Parma. All'inizio della stagione eravamo partiti per vincere qualcosa. E alla fine qualcosa abbiamo vinto. Ero venuto alla Lazio per giocare in una squadra competitiva, per vincere. La mia prima stagione è stata deludente, con la squalifica per doping e l'accusa di aver assunto il nandrolone. Ancora oggi non mi capacito di come possa essere successo, ed è un cruccio che porterò dentro di me per il resto della vita. Le due altre stagioni sono state decisamente migliori. Lo scorso anno abbiamo giocato il miglior calcio d'Italia ottenendo risultati importanti». Stam sorride, commenta la traduzione del suo interprete personale Maurizio Manzini, sempre puntuale e precisa, ma con qualche locuzione tipicamente romanesca. Si ride in sala stampa, ma il clima non è quello dell'ultimo giorno di scuola. C'è il Modena ed è necessario vincere per poter sperare. L'olandese parla di futuro, accenna al suo futuro senza ipocrisie: «Sono cambiate diverse cose da quando sono arrivato alla Lazio - afferma il difensore di Kampen - ho parlato con la mia famiglia ed ho deciso di restare altri due anni nel campionato italiano: qui mi sono ambientato bene, questo calcio mi piace, è altamente competitivo. Nessuna partita è scontata. Non mi piacciono i simulatori, talvolta ci sono giocatori che crollano a terra senza che nessuno li abbia toccati». Sarà Milan, anche se il difensore non lo dice espressamente. Da Milano arriva più di una conferma, ma Stam è professionista fino in fondo. «Sono un giocatore che vuole vincere: quando lavoro cerco di dare sempre il massimo e quando si lavora duramente non c'è spazio per altre cose. Qualcuno negli ultimi tempi si è accorto che so anche ridere, ma vi assicuro che non sono mai cambiato, sono sempre stato me stesso. La maschera da duro non l'ho mai indossata, mi piace fare le cose con massima serietà». Prima di lasciare la sala stampa Stam parla di Roberto Mancini con cui ha lavorato per due stagioni commentando il successo ottenuto a Torino contro la Juve. «Ho lavorato con grandi allenatori e posso dire che Mancini sa benissimo quello che ogni suo giocatore può dargli. È stato un grande calciatore ed ha smesso da pochissimo tempo, conosce molto bene il mondo del calcio. Il successo in coppa Italia ci ha regalato una grandissima emozione: è stata una grande notte. Arrivare all'aeroporto di Fiumicino e trovare 3000 persone che ti attendono festanti è una di quelle cose che ti spingono a fare sacrifici, ad andare avanti nel mondo del calcio».