Presidente Corsi Da che pulpito parte la predica?
Certo, se poi deve affidare la propria attendibilità alle indispensabili verifiche, deve anche rischiare la figura barbina. Savonarola di turno, il signor Corsi, patron dell'Empoli, che manda alla sbarra un po' tutti, non soltanto le società i cui tesserati sono implicati nella nuova vicenda delle scommesse. Ha cominciato, il picconatore Corsi, con Roma e Perugia, come se il risultato di Palermo avesse precise connessioni nei legami delle due società con lo stesso referente economico, Capitalia. A parte il piccolo dettaglio della presenza dell'Istituto bancario anche nelle vicende della Lazio, per cui il derby si sarebbe dovuto risolvere in una sorta di agape fraterna (non è stato così e la Roma ha perduto due punti forse fondamentali), la labilità della tesi è confermata da un dato: gli umbri, da Capitalia, hanno ricevuto soltanto una fidejussione per tre milioni di euro, come Luciano Gaucci ha chiarito ieri mattina ai microfoni dell'emittente romana SPQRadio. Ma Corsi, e l'Empoli, ne hanno per tutti: poi il Chievo e la Reggina rei di aver pareggiato lo scontro diretto, forse metterà in mezzo anche l'Ancona, che domenica ha battuto proprio la sua squadra: sciatta e demotivata come mai in precedenza, chissà se il suo patron ne farà oggetto di indagine? Per tornare al pulpito, sarà giusto rinfrescare la memoria dei più distratti. L'Empoli era incorso, in tempi recenti, in un infortunio, chiamiamolo così, relativo a un fraudolento scambio di etichette sulle provette dell'antidoping. Però, quando tutti aspettavano il castigo esemplare previsto dai regolamenti, a pagare era stato soltanto il medico sociale. Si era preso tutte le responsabilità, giustificandosi con la fretta dovuta all'esigenza di non perdere una coincidenza, non ricordo se aerea o ferroviaria. Il buffetto rifilato all'Empoli dalla giustizia sportiva, quando in altri casi erano volati ceffoni pesantissimi, sorprese quasi tutti, non quelli che sapevano delle valide amicizie coltivate dalla società toscana e dai suoi esponenti. Non in Lega, non in Federcalcio, ma in quei punti di riferimento del potere occulto che i meno sprovveduti possono facilmente identificare. Senza contare che, in precedenza, lo stesso Empoli era stato legato a una struttura sanitaria strettamente connessa con i problemi degli aiuti chimici nel ciclismo, poi liquidata nel momento del «sorcio in bocca», mascherato da versioni risibili. È bene che, dei moralisti d'accatto, anche l'uomo della strada conosca il volto reale.